Viktor Orban vince le elezioni in Ungheria: “Il nostro è un segnale a Bruxelles e media mainstream”
Viktor Orban ha vinto di nuovo in Ungheria , dove ad oltre il 70% dello scrutinio è risultato in netto vantaggio sugli avversari. Orban era in corsa per il quarto mandato consecutivo e l'affluenza alle urne è stata del 67,8%, in leggero calo rispetto a quattro anni fa. "Questo è un chiaro segnale a Bruxelles" ha ribadito dopo la sua vittoria. "Si sono alleati tutti contro di noi e alla fine abbiamo vinto lo stesso", ha chiosato. Una ripicca contro l'Europa, quella di Orban, che dal palco del discorso presidenziale ha puntato il dito "contro il globalismo e contro i media mainstream".
Lo sfidante ultracattolico Marki-Zay che con sei partiti di opposizione aveva creato un'alleanza per sconfiggere Orban, ha riconosciuto la sconfitta denunciando però una forte propaganda da parte di Fidesz. "In un sistema ingiusto e disonesto come questo non potevamo fare di più", ha detto. Dal 2010 Orban è il protagonista di una guerra fredda con l'Europa sullo stato di diritto e le limitazioni alla libertà di stampa e alla magistratura. Orban è stato anche l'unico a negare la consegna di armi a Kiev assicurando che Budapest si terrà fuori in tutti i modi dal conflitto con Mosca.
Budapest ha firmato le sanzioni economiche contro Mosca, ma si è rifiutata di fornire armi. Dall'altra parte, i media ungheresi hanno diffuso notizie molto vicine alla linea editoriale russa per descrivere quanto sta accadendo in Ucraina. Orban, poi, si è sempre mostrato molto vicino a Putin. Una linea ambivalente ha impensierito a più riprese Bruxelles.
Nonostante l'aria di trionfo di Orban dopo gli scrutini, appare evidente che per la prima volta si sia sentito tallonato da un'opposizione che si è presentata in un'unica coalizione sotto la guida di Peter Marki-Zay. Un assist all'opposizione era arrivato anche dal presidente ucraino Zelensky che nella notte di sabato si era rivolto di nuovo ad Orban. "Sei l'unico in Europa a sostenere apertamente Putin – ha detto -. Non ho paura di chiamare la guerra con il suo nome: si chiama onestà. Cosa che manca a Viktor Orban. Forse l'ha persa da qualche parte nei suoi rapporti con Mosca". Nonostante l'invettiva, la forte propaganda ha istillato negli elettori la paura che l'opposizione volesse trascinare Budapest in guerra.
Sul voto, poi, si allunga anche l'ombra dei brogli. A segnalarli è l'ong Hungarian Civil Liberties Union. Secondo gli attivisti, a Hortobagy il governo locale avrebbe organizzato e pubblicizzato autobus per portare la gente a votare. L'Osce ha mandato per la prima volta nell'Unione Europea 200 osservatori per monitorare lo svolgimento del voto in Ungheria.