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Vietnam, inseminazione “fai da te” in carcere: resta incinta per evitare la pena di morte

Nguyen Thi Hue, condannata nel 2014 per traffico di droga alla pena capitale, ha acquistato lo sperma da un altro detenuto ed è rimasta incinta. Per la legge penale vietnamita le donne in gravidanza o madri di bambini piccoli con un’età inferiore a tre anni non possono essere giustiziate.
A cura di C. T.
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donna incinta

Una detenuta di un carcere della provincia di Quang Ninh, in Vietnam, ha trovato un modo decisamente particolare per evitare di essere sottoposta alla pena capitale che le sarebbe spettata. La donna era stata condannata a morte per traffico di droga, ma ha deciso di sfruttare una particolare norma della legislazione penale vietnamita a suo favore. La detenuta ha acquistato dello sperma da un uomo, anch'egli incarcerato nella stessa struttura di pena. Con l'aiuto di una siringa, la donna si è letteralmente "inseminata", rimanendo incinta. La circostanza le ha permesso di evitare di essere giustiziata facendo seguito alla sua condanna a morte. Per la legge penale vietnamita, infatti, le donne in gravidanza o madri di bambini piccoli con un'età inferiore a tre anni non possono essere giustiziate. Nel caso in cui la sentenza di morte sia già stata emessa, la pena verrà commutata in quella dell'ergastolo.

Lo stratagemma ha quindi peromesso a Nguyen Thi Hue, condannata nel 2014 per traffico di droga, di salvarsi la vita. Un trucco che, però, non si può certo dire sia stato economico: la donna ha speso 50 milioni di dong (pari circa 2.200 dollari) per comprare lo sperma di un altro detenuto e provare a restare incinta. Nonostante la stranezza del caso, comunque, l'episodio ha qualche altro precedente in Vietnam: è già capitato, infatti, che condannate alla pena capitale tentassero questa strada per non essere giustiziate, forti della legislazione penale dedicata alle donne in gravidanza. Nel 2007, ad esempio, un'altra detenuta aveva fatto la stessa cosa, riuscendo ad evitare la pena di morte, cavandosela "solo" con una condanna all'egastolo dopo il parto.

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