Videoclip e cartoni, la surreale propaganda di Putin per giustificare l’invasione russa in Ucraina
Video enfatici con musiche combattive e felpe pro-Putin, cartoni animati per spiegare ai bambini le ragioni della guerra in Ucraina, merchandising e foto di rito con la "Z" simbolo dell'invasione. Mentre nelle città ucraine si continua a combattere, in Russia la propaganda dilaga. Ma non è la solita propaganda "mainstream" dell'informazione russa. Si usano strategie non proprio originali, ma diversificate, con toni talmente forti da generare diverse ilarità sui social.
In particolare è diventato virale su Twitter un video in cui si vedono decine di ragazzi e ragazze che indossano tute con scritte come "Putin team" e "Mr President Putin team". Le mostrano con orgoglio, prima di sfilare in una sorta di marcia, con tanto di riprese aeree per sottolineare il tono trionfale del movimento. Di sottofondo, poi, una voce narrante spiega le ragioni della guerra e difende il presidente russo dalle accuse dell'Occidente. Così fanno alcuni speaker che si alternano su un palco sotto cui si trovano i giovani pro-Putin. Quindi, alla fine, compare il simbolo "Z" tra le fiamme.
Il cartone animato russo che spiega la guerra in Ucraina
Quanto ai cartoni animati, il governo di Mosca ne ha fatto girare uno nelle scuole per raccontare la visione russa di ciò che sta succedendo in Ucraina. Nel video si spiega che il conflitto sta avvenendo tra due nazioni "amiche da tanto tempo". Si fanno vedere infatti due studenti, Kolya e Vanya, compagni di banco in classe che rappresentano l'Ucraina e la Russia. Il primo decide di separarsi dal secondo, cambiando classe e nome, facendosi nuovi amici, tra cui gli Stati Uniti. Quindi inizia a colpire con un bastone gli ex compagni di classe, tra cui quelli che rappresentano le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk.
Vanya cerca di "fermare" Kolya spezzandogli il bastone, ma tutto l'Occidente aiuta l'Ucraina. Quindi arriva la spiegazione propagandistica: è stata Kiev a impedire con la forza a due territori definiti "liberi" di rientrare in Russia. Quindi l'aggressione militare in atto non sarebbe una guerra, ma un tentativo di disarmare l'Ucraina ed arrivare alla pace.
L'informazione di Stato russa finanziata anche da Google
Intanto i programmi informativi russi, tra televisioni e siti web, continuano a parlare di "denazificazione" dell'Ucraina e di "liberazione" dei cittadini ucraini, soprattutto delle Repubbliche del Donbass. Lo fanno rilanciando i discorsi di Putin e ospitando diversi analisti a suo favore.
Molte di queste informazioni alterate, secondo una ricerca di News Guard, continuano poi ad ospitare diversi annunci pubblicitari. Su 116 siti web di vere e proprie fake news, ben venti (tra cui fonti ufficiali di stato, ma anche giornali e blog) hanno pubblicità e due terzi arrivano da Google. Questo nonostante l'azienda di Mountain View, Facebook e le altre piattaforme abbiano detto di fare di tutto per impedire ai siti di propaganda russa di fare soldi con quei contenuti.
Gli sforzi di Putin, comunque, non sembrano fermare le proteste. Solo ieri ci sono stati circa 4mila arresti di dissidenti, scesi in piazza per protestare contro la guerra.