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Viaggio nello zoo in rovina Joya Grande, ex “parco giochi” del narcotraffico in Honduras

Vessa in condizioni di progressivo abbandono l’imponente zoo Joya Grande, costruito dal narcotraffico in Honduras nel 2010 e poi sequestrato dalle autorità nel 2013. Da allora, le difficoltà nella gestione della struttura non pensata per il pubblico ha portato lo zoo a un progressivo stato di abbandono.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Lo zoo Joya Grande in Honduras
Lo zoo Joya Grande in Honduras

Lo zoo Joya Grande è uno dei più grandi e più "vari" a Santa Cruz de Yojoa, Honduras. Dopo il sequestro delle autorità avvenuto nel 2013, è rimasto aperto al pubblico solo per qualche anno ed è poi stato chiuso per problemi di gestione. Da allora, vessa in condizioni di progressivo abbandono. Si tratta di una delle strutture più imponenti mai realizzate in Honduras dal narcotraffico: Joya Grande era infatti stato costruito dai Cachiros, uno dei clan più pericolosi dell'America Centrale nei primi anni 2000.

In seguito al sequestro da parte dello Stato, volontari e biologi hanno cercato di prendersi cura degli animali, ancora presenti nella struttura e importati illegalmente dai "precedenti proprietari". Per migliorare le loro condizioni, i volontari hanno iniziato a riparare le gabbie danneggiate dopo anni di incuria e abbandono.

Ogni giorno, i biologi si occupano di aiutare i pochi guardiani rimasti a sorvegliare lo zoo. Secondo quanto raccontato dagli esperti al Guardian, l'impegno per riparare le gabbie e mantenere le condizioni di vivibilità dello zoo è tantissimo. "Questo zoo così vasto non è stato progettato o costruito da professionisti – spiega Lourdes Alvarado, gestore della fauna e leader del team di biologi dell'Honduras National Institute of Forest Conservation (ICF) -. Il nostro unico obiettivo è garantire a questi animali una vita dignitosa in cattività".

Alcuni degli animali nello zoo
Alcuni degli animali nello zoo

Il clan di narcotrafficanti Cachiros

Lo zoo era stato costruito e voluto dai Cachiros come "simbolo" della ricchezza e della forza del clan. I Cachiros avevano monopolizzato il narcotraffico dall'America Centrale nei primi anni del 2000. All'apice del loro potere, il clan di narcotrafficanti controllava il 90% delle piste di atterraggio clandestine usate per il traffico di stupefacenti in tutto l'Honduras.

Parte dello zoo Joya Grande
Parte dello zoo Joya Grande

La costruzione dello zoo nel 2010

Nel 2010, il clan iniziò a costruire lo zoo, importando gli animali da tutto il mondo. Lo zoo si trova in una zona remota dell'Honduras, in un labirinto di strade sterrate che collegano le città di San Pedro Sula e Tegucigalpa. Joya Grande non era stato pensato per il pubblico, ma costruito ad uso e consumo del cartello che tramite il progetto voleva ottenere licenze per importare gli animali e riciclare denaro. I Cachiros non sono stati i primi narcotrafficanti a costruirsi uno zoo personale. "I narcos sono da sempre affascinati dai predatori come leoni, tigri e coccodrilli. Sono i re della giungla e vedono questi animali come totem – ha raccontato il giornalista Oscar Estrada, autore di Tierra de Narcos -. Non si reputano persone che voglio causare terrore per piacere individuale, ma veri e propri ‘re della giungla', come gli animali che importano".

Uno struzzo nello zoo honduregno
Uno struzzo nello zoo honduregno

Ingaggiati costruttori "non professionisti"

I costruttori ingaggiati dal clan hanno provato a replicare lo zoo La Aurora, in Guatemala, ma senza un vero e proprio piano architettonico o una strategia per la custodia degli animali. "La mancanza di competenze – ha spiegato ancora il giornalista – diventa evidente se si guarda alle dimensioni delle gabbie costruite". Le linee guida per la costruzione degli zoo, infatti, prevedono uno spazio minimo di 185 mq per il leoni e 144 mq per le tigri. Una gabbia del Joya Grande per i leoni, invece, è di circa 32,8 mq e quella per le tigri è di 31,5 mq.

Le sofferenze per gli animali in cattività

I Cachiros, secondo quanto spiega il Guardian, erano grandi estimatori delle tigri e facevano riprodurre frequentemente gli esemplari i loro possesso con il supporto di un veterinario che arrivava appositamente in aereo dal Guatemala. Due tigri e un leone sono nati con displasia dell'anca a causa di frequenti e non supervisionati tentativi di riproduzione.

Una delle gabbie
Una delle gabbie

Gli esperti sono arrivati a considerare l'opzione di sopprimere questi animali che ogni giorno vanno incontro a enormi sofferenze. "A causa di alcune fake news secondo le quali stavamo pianificando un massacro di animali, abbiamo dovuto abbandonare l'idea", spiegano. Gli esemplari rimasti, invece, vengono ogni giorno curati dai volontari per aiutarli a vivere al meglio in condizioni di ormai irrimediabile cattività.

La mancanza di fondi e le difficoltà nella gestione

Il Joya Grande è diventato un vero e proprio problema per le autorità honduregne dopo il declino dei Cachiros, iniziato nel 2013, quando il governo ha iniziato a sequestrarne le proprietà per un valore compreso tra i 500 e gli 800 milioni di dollari. Tra i beni sequestrati vi è anche lo zoo e gli animali che vivono al suo interno. Da allora, la struttura è sotto la gestione dell'Ufficio per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità, l'OABI. Secondo Marzo Zelaya Reyes, direttore dell'OABI, l'Ufficio è ampiamente sottostaffato e in deficit. Nei suoi 11 anni di attività, il dipartimento ha generato circa 1 milione di lempiras di guadagno, ma ne è costato più di 114 milioni. La spesa mensile per gli animali è di circa 800mila lempiras (circa 25mila dollari)

"Gestire queste attività confiscate e create al solo scopo di riciclare denaro o per mostrare la grandezza di organizzazioni criminali, è molto complicato. Si tratta di strutture e di realtà non autosostenibili – spiegano dall'OABI -. Senza il flusso di denaro illecito, è impossibile gestire questo zoo".

Le poche guardie rimaste nello zoo hanno denunciato l'OABI per aver sospeso i pagamenti degli stipendi, affermando anche che 13 animali sono morti "a causa delle condizioni precarie in cui vessa la struttura". Joya Grande è stato chiuso al pubblico fino a quando non si raggiungerà un accordo tra l'Ufficio e lo staff rimasto.

Resta il fatto che molte delle persone a guardia dello zoo, sono state assunte dallo stesso gruppo criminale al quale era stata sequestrata la proprietà. Questo ha creato un enorme conflitto di interessi all'interno della struttura e numerosi attriti con l'OABI che ora la gestisce. Molti dipendenti, secondo alcune fonti interni, sarebbero in attesa di rivedere gli "ex proprietari" e che questi ultimi riescano a riprendere il controllo dello zoo.

Secondo i biologi impegnati nel mantenimento dello zoo, molti animali assumono comportamenti da veri e propri "cuccioli di casa". "Le tigri si comportano come gatti – spiegano -. Sono abituate ad essere accarezzate, anche se non si dovrebbe. Molte specie come giaguari e tapiri sono profondamente addomesticate e non possono essere rimesse in natura".

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