Via i “semafori gay”: “le luci pedonali non devono dire come vivere la propria vita”
In occasione dell'Eurovision Song Festival, il concorso canoro che quest'anno si è tenuto a Vienna dal 19 al 23 maggio, la capitale austriaca aveva optato per un "restyling" dei semafori pedonali della città. La kermesse canora, oltre ad essere uno degli appuntamenti più importanti della musica europea, è diventata un simbolo della lotta per i diritti LGBT a partire dal 2014, quando si attestò vincitrice Conchita Wurst, cantante pop austriaca e drag queen. L'edizione del 2015, il cui slogan (building bridges, costruire ponti) è stato un invito alla tolleranza e al superamento dei pregiudizi, è stata presentata dalla stessa Wurst. In linea con l'intento degli organizzatori, vennero approvati per l'appunto i "semafori gay", che sostituivano le classiche silhouette dei pedoni con coppie in rosso o in verde e rappresentanti persone dello stesso sesso che si tenevano per mano o si abbracciavano.
L'iniziativa è piaciuta tanto da perdurare ben oltre il concorso canoro e da diffondersi da Vienna a Salisburgo e Linz. Ora però queste luci sono state rimosse e rimpiazzate da quelle classiche nella città di Linz, governata dall'SPO, partito socialdemocratico, ma sulla cui vicenda si esprime Markus Hein, del partito di destra FPO: "I semafori sono per il traffico e non devono essere snaturati per impartire consigli su come vivere la propria vita". Hein, il cui partito populista è in crescita nei sondaggi austriaci, haaffermato che le luci erano"‘completamente inutili" e non hanno affatto promosso i diritti delle persone omosessuali, ha detto che erano già a buon punto.
