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Guerra in Ucraina

Vertice Nato a Vilnius, leader discutono dell’ingresso dell’Ucraina. Zelensky: “Incertezza è debolezza”

I leader dei 31 Paesi membri dell’Alleanza Atlantica discutono di temi complessi in un “summit storico”: in agenda la guerra in Ucraina e la fornitura di armi a Kiev annunciata da Biden e l’adesione della Svezia alla Nato, ora più vicina dopo il sì di Erdogan.
A cura di Annalisa Girardi
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"Questo vertice è già storico prima che inizi". Lo ha detto il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, riferendosi al vertice Nato che si apre oggi a Vilnius, in Lituania. Il vertice si può definire già "storico" per l'accordo trovato con la Turchia sull'adesione della Svezia. "L'Ucraina è ora molto più vicina alla Nato, ma se Kiev non vince come nazione democratica e indipendente non ci sarà motivo di discutere delle garanzie di sicurezza o dell'ingresso nella Nato", ha detto sempre Stoltenberg, sottolineando come si delineerà un percorso di riforme che porteranno all'adesione, senza però fornire un vero e proprio calendario.

"Sembra che non ci sia disponibilità né a invitare l'Ucraina alla Nato né a renderla membro dell'Alleanza. Ciò significa che c'è ancora la possibilità che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia da negoziare con la Russia. E per la Russia, questo si traduce in una motivazione per continuare il suo terrore. L'incertezza è debolezza. E ne discuterò apertamente al vertice", ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Presente al summit anche Giorgia Meloni, che ieri durante una visita in Lettonia ha definito la linea: "Dobbiamo spendere di più per la Difesa".

La Casa Bianca ha reso noto che la vertice di Vilnius la Nato definirà un "percorso" per l'adesione dell'Ucraina, ma senza un "calendario". Intanto, a poche ore dall’inizio del vertice Nato, si sono registrati droni russi su Kiev ed esplosioni a Odessa, con l’allerta antiaerea scattata in diverse regioni.

Ucraina più vicina alla Nato, Stoltenberg: "Deve prevalere nella guerra"

Stoltenberg ha parlato anche delle bombe a grappolo: "Sulla specifica decisione di quali tipo di munizioni fornire è una decisione nazionale di ogni specifico Paese", ha dichiarato specificando che "alcuni alleati hanno firmato le convenzioni sulle bombe a grappolo e alcuni no: quindi non è una posizione Nato, gli alleati hanno posizioni differenti sulle queste convenzioni. Quello che però va capito è che le bombe a grappolo sono già state usate da entrambe le parti in questa guerra e sono già in uso. La differenza è che la Russia usa le bombe a grappolo per invadere un altro Paese".

"Il nostro compito ora è far sì che l'Ucraina prevalga in questa guerra, garantendo la fornitura di armi e munizioni, perché se l'Ucraina non vince come nazione democratica e indipendente non ci sarà motivo di discutere delle garanzie di sicurezza o dell'ingresso nella Nato", ha detto Stoltenberg in apertura del summit di Vilnius. "Il presidente Volodymyr Zelensky sarà con noi questa sera a cena e domani per inaugurare il Consiglio Nato-Ucraina: sono certo che gli alleati lanceranno un messaggio forte per sottolineare la necessità che l'Ucraina si avvicini alla Nato".

I temi in agenda del vertice Nato a Vilnius di oggi e domani

In agenda per i 31 leader Nato ci sono le sfide più urgenti per l'Alleanza, in primo luogo la questione ucraina a quasi 18 mesi dallo scoppio della guerra. Ma non è l'unico: c'è la questione dell'entrata della Svezia nell'Alleanza, su cui continua fino a ieri sera continuava frenare la Turchia, prima del via libera di Erdogan. Il vertice, poi, si svolge in un momento particolarmente delicato: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha infatti annunciato che invieranno a Kiev delle bombe a grappolo, una decisione criticata dai Paesi europei, che aderiscono alla Convenzione dell'Onu contro questo tipo di armi. E infine, c'è la questione di Jens Stoltenberg: i Paesi dell'Alleanza hanno prorogato (di nuovo) per un altro anno il mandato dell'attuale segretario, affermando che in questi tempi difficili sia ancora necessaria la sua leadership. Tuttavia, dietro le parole positive e i ringraziamenti, pesano anche le difficoltà di trovare un successore che riesca a mettere tutti d'accordo.

L'adesione dell'Ucraina alla Nato

Quella dell'adesione di Kiev alla Nato è la questione più complessa sul tavolo. Da un lato il governo ucraino ha detto di aspettarsi compattezza e un'apertura unanime sulla sua entrata nell'Alleanza. Stoltenberg ha assicurato che dal vertice arriverà un messaggio forte per Kiev, ma di fatto i leader non vogliono aprire la discussione vera e propria con la guerra ancora in corso. Altrimenti, il rischio di allargare il conflitto sarebbe altissimo.

Biden, da parte sua, ha tolto ogni dubbio a riguardo e ha ribadito che per Washington non c'è possibilità che Kiev entri immediatamente nell'Alleanza. Prima che la Nato possa valutare una candidatura, ha detto, la guerra deve finire. "Non credo ci sia un parere unanime nella Nato se accogliere o meno l'Ucraina nella famiglia Nato in questo momento, nel pieno di una guerra. Se lo facessimo, dico sul serio, saremmo in guerra con la Russia", ha detto alla Cnn, spiegando che dovrà essere definito un "percorso razionale".

La Svezia vuole entrare nell'Alleanza, la Turchia frena poi Erdogan cambia idea

La Svezia aveva chiesto di entrare nella Nato poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, contestualmente alla Finlandia. Mentre ad Helsinki nel frattempo è stato permesso di aderire, per Stoccolma le cose continuano a essere in salita. A opporsi finora è sempre stata la Turchia, che ha accusato il governo svedese di ospitare e sostenere degli esponenti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che Ankara ritiene essere un'organizzazione terrorista.

Alla vigilia del vertice il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva lanciato una provocazione, affermando che prima bisognava aprire la strada all'ingresso della Turchia nell'Unione europea, e poi Ankara avrebbe fatto lo stesso con l'adesione della Svezia alla Nato. Va ricordato, infatti, che l'entrata di un nuovo membro deve essere approvata all'unanimità. La sera stessa, però, il presidente Erdogan ha cambiato linea. L'annuncio è arrivato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

"Sono lieto di annunciare che dopo l'incontro che ho ospitato con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan e il premier svedese, Ulf Kristersson, il presidente Erdogan ha accettato di inoltrare il protocollo di adesione della Svezia alla Grande Assemblea Nazionale il prima possibile e garantirne la ratifica. Questo è un passo storico che rende tutti gli alleati Nato più forti e più sicuri", ha scritto Stoltenberg. Non è noto quali condizioni abbia avuto l'appoggio turco.

La decisione di Biden di fornire bombe a grappolo all'Ucraina

La decisione della Casa Bianca sulla fornitura di bombe a grappolo all'Ucraina non è parte dell'agenda del vertice di Vilnius, ma è sicuramente uno dei temi più controversi in seno all'alleanza degli ultimi giorni. Questo perché mentre gli Stati Uniti non hanno mai aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite che vieta questo tipo di armi, i membri europei della Nato così come il Canada lo hanno invece fatto.

L'aumento delle spese militari

Un altro tema di cui sicuramente si troveranno a discutere i leader della Nato è inoltre quello dell'aumento delle spese militari, soprattutto dell'obiettivo fissato per tutti i Paesi membri di spendere il 2% del proprio Pil in Difesa. Secondo l'ultimo rapporto annuale della Nato, l'Italia è tra i Paesi che ancora non hanno raggiunto la percentuale auspicata, fermandosi all'1,51% del Pil nel 2022. "Al summit di Vilnius mi aspetto che i leader prendano l'accordo che il 2% del Pil sia il minimo per quanto riguarda le spese in difesa", aveva detto Stoltenberg presentando il report.

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