Venezuela, Maduro anticipa il Natale al primo ottobre. “Mossa per placare gli animi e calmare le proteste”
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato che quest'anno i festeggiamenti del Natale verranno anticipati al primo ottobre. Il controverso leader chavista ha comunicato la curiosa decisione lunedì sera nel corso di un intervento nel suo programma televisivo ‘Con Maduro +', in cui ha fatto riferimento anche al blackout che venerdì ha lasciato quasi l'80% del Paese senza elettricità, definendolo un "attacco criminale elettrico" e incolpando oppositori interni e governi stranieri non ben precisati.
Poi però Maduro ha cambiato decisamente argomento. "È settembre e profuma già di Natale ", ha detto, spiegando che l'anticipo per decreto delle festività natalizie sarà una dimostrazione di "gratitudine" ai suoi sostenitori. "Per tutti sarà Natale, con pace, felicità e sicurezza". A dire il vero non proprio per tutti: l'annuncio dell'anticipo dell'inizio delle festività natalizie è stato dato poche ore dopo che un tribunale venezuelano ha emesso, su richiesta della Procura, un mandato di arresto contro l'ex candidato presidenziale dell'opposizione Edmundo González .
La decisione di "anticipare" il Natale è parsa a molti una strategia per tentare di placare le tensioni che investono il Paese dopo la sua presunta vittoria alle elezioni del 28 luglio, strategia peraltro già utilizzata in passato quando, nel 2021, pubblicò sull'allora Twitter un video dove passeggiava lungo il cortile di Palazzo Miraflores di Caracas addobbato a festa, nonostante mancassero almeno due mesi e venti giorni al Natale.
Da settimane infatti in tutto il Venezuela sono esplose manifestazioni di protesta e violenti scontri tra cittadini e forze dell'ordine. L'accusa mossa contro l'ormai tre volte presidente è quella di aver truccato le elezioni; e se gli Stati Uniti e diversi paesi latinoamericani appoggiano le rivendicazioni di vittoria dell'opposizione venezuelana, questa volta persino alcuni alleati storici di Maduro – come Messico, Colombia e Brasile – si sono rifiutati di riconoscere il risultato ufficiale prima di vedere i conteggi dettagliati dei voti. Peccato che l'agenzia elettorale nazionale abbia dichiarato di non poter pubblicare i registri a causa di un attacco hacker che avrebbe alterato i dati, versione che secondo diversi osservatori internazionali non sarebbe supportata da alcuna prova.