Venezuela, decine di morti e case distrutte dalle inondazioni: le voci dei sopravvissuti
Intere città allagate, morti e dispersi tra i detriti, case e attività commerciali distrutte. Sta succedendo in Venezuela: il Paese da giorni è teatro di devastazione, a causa di una serie di inondazioni provocate dalle piogge alluvionali. Almeno 11 le regioni interessate dal cataclisma. Las Tejerias, una cittadina di circa 73mila abitanti a circa 67 chilometri da Caracas, è stata la città più colpita dal disastro ambientale, con 36 morti e 60 dispersi (numeri in aggiornamento). Questo è il dato che emerge dalle ultime stime del Ministero degli interni venezuelano.
Le forti e abbondanti precipitazioni – si apprende dalla BBC – hanno provocato lo straripamento di cinque torrenti nell'area intorno alla città. Le valanghe d'acqua hanno quindi invaso Las Tejerias trascinando con sé fango, pietre, tronchi d'albero e ogni altro genere di detrito raccolto durante il loro tragitto.
Le autorità locali stimano almeno 317 case distrutte e altre 750 danneggiate dalle inondazioni. Le correnti d'acqua hanno anche spazzato via cavi elettrici, impianti di tubature dell'acqua potabile e antenne di telefonia. Lasciando i residenti della città senza comunicazioni.
L'area colpita è stata dichiarata "zona di disastro naturale" dal governo venezuelano, che ha annunciato tre giorni di lutto nazionale in segno di solidarietà per le famiglie delle vittime. Le squadre di soccorso, guidate dai militari, sono impegnate in una corsa contro il tempo per mettere in salvo quante più vite umane possibile: uomini, donne e bambini ancora intrappolati tra le macerie della città. Li cercano con ogni risorsa a disposizione, tra elicotteri, droni e cani addestrati. Sul posto è arrivato anche il presidente, Nicolas Maduro, per esprimere la sua vicinanza agli abitanti di Las Tejerias.
Storie di sopravvissuti: "Vivi per miracolo"
"Il fiume mi ha raggiunto e non ho avuto altra scelta che salire sul tetto e aggrapparmi all'antenna". José Santiago, 65 anni, è rimasto per ben 40 minuti così, abbracciato al pennone ricettivo. Unico appiglio utile per non annegare nella corrente in piena. Da quella visuale, mentre i detriti gli passavano accanto, l'uomo ha guardato impotente il fiume d'acqua inghiottire le case attorno. Compresa la sua: "A un certo punto l'acqua mi è quasi arrivata fino al collo e a allora ho pensato: ‘se qui piove ancora cinque minuti per me è la fine'", ha dichiarato il sopravvissuto all'AFP.
Un altro uomo, il 63enne José Medina, è rimasto intrappolato in casa sua, insieme alla moglie e alla nipote. Mentre l'acqua agli arrivava fino alla vita e continuava a salire minacciosa, l'uomo ha pensato di ricavare una "barca" improvvisata per mettere in salvo la nipote: ha rovesciato il frigorifero, ha aperto lo sportello e ci ha calato dentro la bambina. Poi, insieme alla moglie, ha bloccato il l'elettrodomestico contro un tavolo, per evitare che venisse trascinato a valle.
"Siamo vivi per miracolo. Sono felice ma anche triste", ha raccontato l'uomo, scampato alla tragedia insieme ai suoi familiari. Pensa alla sua casa semidistrutta: la corrente ha "rubato" quasi tutti gli oggetti al suo interno.
"Molte persone hanno perso la propria casa. Io come uomo di affari ho perso la mia pizzeria – sono state invece le parole di Luis Fuentes, impresario che aveva aperto il suo locale appena due anni fa – e adesso non ho niente". Come lui, molti altri lavoratori hanno visto le loro attività andare in frantumi: secondo la vice-presidente del Venezuela, Dalcy Rodriguez, la colata di fango avrebbe infatti distrutto numerosi raccolti agricoli nelle campagne circostanti.
La violenta alluvione che ha colpito Las Tejerias, a partire dallo scorso 9 ottobre, ha colto di sorpresa i residenti locali. La casalinga Carmen Teresa Chirinos, ha riferito all‘Associated Press che quando il fiume d'acqua ha fatto il suo ingresso in città, alcuni fedeli cristiani evangelici stavano pregando in una chiesa poco distante dalla sua abitazione. Nello stesso momento, alcuni bambini stavano festeggiando insieme un compleanno. Molti di loro adesso sono scomparsi, inghiottiti dal fango e dalle macerie. Non si sa se e quando verranno ritrovati.