Vendono MDMA a una 16enne, la mamma e la sorella li fanno condannare: “Vostre scelte ci hanno distrutte”.
Una madre si è presentata in tribunale per testimoniare sull'impatto devastante sortito dall'MDMA sulla figlia 16enne che aveva acquistato lo stupefacente dall'amico 18enne a processo. Con lei ha testimoniato anche la sorella che ha raccontato ai giudici l'ultima serata della 16enne in un locale notturno in compagnia di amici. L'adolescente, secondo quanto raccontato dai familiari, non aveva consumato alcolici anche in virtù del divieto dovuto alla sua minore età. A venderle la droga sarebbe stato Taylo Rowsell, il 18enne attualmente a processo nel Regno Unito.
Dopo la testimonianza delle due, il 18enne e l'amico James Greaves che per primo gli aveva procurato la droga da vendere, sono stati condannati a 3 e a 2 anni di reclusione. Secondo quanto ricostruito, la 16enne si sarebbe sentita male dopo aver assunto alcune pillole di MDMA ed è poi deceduta in ospedale. Il 18enne che ha venduto gli stupefacenti è finito a processo insieme al "fornitore" 19enne.
"Non ci sono giorni facili – ha raccontato la sorella della vittima in tribunale -. Farei qualsiasi cosa per riaverla al mio fianco, ho perso la mia migliore amica e la mia spalla e la mia confidente. Il mio cuore soffre e il ricordo di questa perdita non abbandona mai la mia mente. Ogni udienza in tribunale è un ostacolo alla mia guarigione, riporta tutta la nostra famiglia indietro a quella notte in cui avete fornito la droga a una bambina".
La sorella della 16enne deceduta si è rivolta direttamente al 18enne e al fornitore 19enne. "Le nostre vite sono cambiate in modi che non potreste immaginare a causa delle decisioni che avete preso" ha sottolineato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, infatti, Rowsell vendeva da tempo stupefacenti ai minorenni e Greaves, nonostante le sue perplessità sul quantitativo di droga, gli avrebbe comunque fornito le pillole di MDMA da immettere sul mercato illecito.
"Le tue azioni e le tue decisioni hanno portato mia sorella via da questo mondo – ha raccontato ancora la giovane testimone -. Il tuo operato non ha solo strappato a lei la vita, ma ha distrutto anche la mia, perché dovrò andare avanti senza di lei al mio fianco". Secondo il giudice James Adkin della Exeter Crown Court, Rowsell e Greaves erano spinti dall'avidità e dalla sete di guadagno: entrambi guadagnavano più di 350 sterline al giorno vendendo l'MDMA ai minori.
"Perdere una figlia è un dolore che non auguro a nessuno – ha ricordato la madre della 16enne -. Quello che è successo a me può capitare a chiunque ed è spaventoso. Le nostre vite sono cambiate per sempre da quando la nostra bambina, sempre gentile e allegra, è morta. Alla nostra famiglia è stata tolta la possibilità di crescerla e di far parte della sua vita".
Il giudice ha condannato Greaves a oltre 3 anni di reclusione, mentre Rowsell dovrà scontare due anni di carcere. Nelle motivazioni della sentenza, si legge che l'attività di spaccio era alimentata da "immaturità e avidità". "Entrambi vi siete buttati nello spaccio per ottenere prestigio e denaro – ha scritto il magistrato -. Non si è trattato di un episodio isolato: entrambi vendevate stupefacenti ai ragazzini da mesi".
La 16enne deceduta non era una consumatrice abituale di droga e la sera della sua morte si sarebbe fatta trascinare da alcuni amici che erano con lei. Su di lei, però, l'assunzione di MDMA ha avuto effetti gravissimi, causando alla giovane un malore che l'ha poi portata alla morte.