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Vede bimbi in acqua, li salva e muore: “Scampato all’11 settembre ha vissuto per servire gli altri”

Il sopravvissuto all’11 settembre è morto da eroe salvando alcuni bimbi finiti in acqua nel lago Michigan. La Famiglia: “Da quando era sopravvissuto alle Torri Gemelle la sua filosofia era ‘Dai te stesso e non aspettarti nulla in cambio”.
A cura di Antonio Palma
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Un "vero padre di famiglia" e un "eroe", così amici, parenti e conoscenti descrivono Luke Laidley, un papà statunitense di 43 anni morto tragicamente mentre stava andando in barca vicino a Winnetka, nell'Illinois, dopo essersi tuffano per salvare alcuni bimbi caduti nelle acque del lago Michigan. Laidley è riuscito a recuperare i piccoli portandoli vicino alla sua barca dove altri li hanno issati a bordo ma è stato travolto dalla fatica dell’impresa ed è morto salvando gli altri.

La tragedia martedì scorso quando l’uomo è stato soccorso dagli altri presenti e riportato sulla barca dove ha ricevuto le prime cure con un tentativo di rianimazione cardiopolmonare. Una volta che la barca è tornata a riva, Laidley è stato preso in cura dai paramedici intervenuti sul posto e sottoposto a "supporto vitale avanzato" prima del trasporto in ospedale ma ogni sforzo si è rivelato vano e il 43enne è morto poco dopo in un ospedale locale.

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Secondo quanto ricostruito finora in base alle testimonianze, il papà di tre figli, residente a Chicago, stava andando in barca con altri sul lago quando sé è accorto che dei bambini erano caduti da un gommone trainato da una barca. "Tutti sulla spiaggia hanno capito e qualcuno ha chiamato subito i servizi di emergenza, perché i bambini stavano urlando che qualcosa non andava", ha raccontato un testimone ai media locali. Luke Laidley si è subito tuffato per soccorrerli ma lo sforzo gli è stato fatale.

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Per un tragico scherzo del destino il 43enne era uno dei sopravvissuti all’attentato alle Torri gemelle di New York. Nel 2001 Laidley infatti era al suo secondo giorno di lavoro al 61° piano della Torre Sud del World Trade Center quando gli aerei dirottati colpirono gli edifici. L’uomo era riuscito a scappare prima che la torre crollasse definitivamente.

Da allora “la sua filosofia era ‘Dai te stesso e non aspettarti nulla in cambio” hanno raccontato i familiari, aggiungendo: “Una vita vissuta con uno scopo. Una vita vissuta per servire gli altri. Una vita vissuta come un eroe. È diventato parte di qualcosa di più grande, poiché la sua morte servirà a uno scopo più grande come donatore di organi". L’uomo lascia moglie e tre figli di 7, 5 e 3 anni.

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