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VatiLeaks: ci sono i nomi dei Corvi. Ma per Bertone i giornalisti imitano Dan Brown

Il Maggiordomo del Papa avrebbe fatto i nomi di mandati e complici della complessa vicenda legata alla fuga di notizie dalla Santa Sede. Il Papa sarebbe già stato informato. Ma dal Vaticano non ci stanno: “La verità è che c’è una volontà di divisione che viene dal maligno” dice il segretario di Stato Bertone.
A cura di Biagio Chiariello
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VatiLeaks ci sono i nomi dei Corvi Ma per Bertone i giornalisti imitano Dan Brown

Torna d'attualità lo scandalo in Vaticano. Secondo quanto riportato da La Stampa, Benedetto XVI saprebbe già i nomi di tutti i protagonisti del caso che ha portato all'arresto di Paolo Gabriele. Proprio l'ex maggiordomo del Papa, detenuto da quasi un mese in cella di sicurezza nello storico Palazzo della Gendarmeria con l'accusa di furto aggravato, durante gli interrogatori avrebbe portato gli investigatori sulle tracce di laici e alti prelati coinvolti nel giallo religioso d’oltretevere, ribattezzato dai media Vatileaks. Lo scrive a chiare lettere Giacomo Galeazzi, riferendosi ad «alcuni capi dicastero e presuli emeriti» che, sentiti dai loro pari grado Herranz, Tomko e De Giorgi, non sarebbero riusciti a fornire spiegazioni convincenti sulla fuga di notizie e il passaggio di documenti riservati ai giornali.

I nomi dei "corvi, complici di Gabriele, sono già finiti alle orecchie del Santo Padre e, in ogni caso, potrebbero essere già resi pubblici nel corso di questa settimana. Quel che sembra certo, stando a quanto trapela dagli ambienti vicini alla Magistratura, è che il maggiordomo del Papa sia solo una piccola pedina di un gioco più grande. E' quanto scrive La Stampa:

La magistratura ritiene che l’aiutante di camera del Pontefice abbia agito su ordine e indicazione di qualcuno, con l’aiuto di giornalisti amici e dipendenti della Santa Sede. E, come ribadisce il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, Paolo Gabriele non è un capro espiatorio. «Anche i tre porporati che indagano hanno ascoltato il maggiordomo trovato con le fotocopie della corrispondenza privata di Benedetto XVI», evidenzia l’agenzia cattolica Zenit. Per furto aggravato, Gabriele rischia otto anni di carcere, ma la sua posizione giudiziaria si è alleggerita da quando fornisce agli inquirenti circostanze e nomi.

Dalle parti della Santa Sede sono comunque convinti che «molti giornalisti giocano a fare l'imitazione di Dan Brown». E' questo il commento del cardinale Tarcisio Bertone, intervistato da Famiglia Cristiana sullo scandalo in Vaticano. Il segretario di Stato, apparso al fianco di Papa Ratzinger nella sua visita a Milano col chiaro obiettivo le voci sui presunti dissidi interni alla Santa Sede, è dell'idea che si sta facendo di tutto «per destabilizzare la Chiesa». Bertone nega, dunque, l'esistenza di scontri  in Vaticano. «Personalmente – dice- non ho alcun segnale di coinvolgimento di cardinali o di lotte fra personalità ecclesiastiche per la conquista di un fantomatico potere».

La verità è che c'è una volontà di divisione che viene dal maligno. Si continua a inventare favole o a riproporre leggende.

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