Valeriia Maksetska, dottoressa uccisa in Ucraina da un carrarmato russo insieme alla madre malata
Sono trascorse due settimane, ormai, da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina, dando il via alla guerra. Due settimane in cui, come in ogni guerra, a pagare il prezzo più alto sono i civili, gli ucraini delle città più grandi del Paese, costantemente bombardate e assediate dall'esercito russo. Civili uccisi dai bombardamenti, mentre tentavano di lasciare l'Ucraina o perché, come ci racconta la storia di Valeriia Maksetska, avevano deciso di restare per accudire un parente in difficoltà. La donna, 31 anni, era rimasta in Ucraina per prendersi cura della madre malata ma, come riporta il New York Post, lo scorso mercoledì è stata uccisa, proprio insieme alla madre, mentre si trovava in un villaggio poco fuori Kiev. Da quanto si apprende, la 31enne e sua madre si trovavano in auto, insieme al loro autista, quando sono state colpite e uccise da un carrarmato russo: la notizia è stata confermata da Samantha Power, direttrice della US Agency for International Development (USAID).
Valeriia Maksetska era un medico
"Sono immensamente triste nell'annunciare la morte di Valeriia ‘Lera' Maksetska – ha scritto Samantha Power su Twitter – un'orgogliosa ucraina, amata partner esecutivo dell'USAID e una compassionevole leader nella costruzione di una coesione sociale e nel combattere la disinformazione". Medico competente, Valeriia Maksetska aveva preso la difficile decisione, quando la guerra ha preso il via, di rimanere a Kiev per stare vicino a sua madre Irina, malata. Le due donne sono state poi costrette a lasciare la capitale per reperire medicine: da quanto si apprende, l'auto sulla quale viaggiavano sarebbe stata fermata a un posto di blocco russo per attendere il passaggio di un convoglio di mezzi corazzati; uno di questi avrebbe però improvvisamente fatto fuoco contro l'auto, uccidendo le due donne.