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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Vaiolo delle scimmie, per l’Oms i casi confermati in Occidente sono 780: “Rischio moderato”

Secondo l’ultimo aggiornamento del bollettino dell’Oms, sono 780 i casi confermati di vaiolo delle scimmie in zone non endemiche. Nessun decesso registrato. Sileri: “Ci sarà un aumento di casi nelle prossime settimane, ma situazione non confrontabile con quella della pandemia da Covid”.
A cura di Ida Artiaco
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L'Organizzazione mondiale della Sanità ha aggiornato il bollettino con i numeri di casi di vaiolo delle scimmie nel mondo: al momento sono 780 i casi confermati di monkeypox riscontrati in zone non endemiche al 2 giugno 2022. I malati sono stati localizzati in 27 Paesi. Questo significa un aumento di 523 casi confermati in laboratorio (+203%) rispetto al report del 29 maggio, quando i casi erano 257. L'Oms precisa che non si segnalano decessi associati all'attuale epidemia nei Paesi non endemici, mentre vittime si registrano nelle zone endemiche. Tuttavia, rassicura ancora l'Organizzazione, "attualmente, il rischio per la sanità pubblica a livello globale è considerato moderato, considerando che questa è la prima volta che ci sono tanti casi di vaiolo delle scimmie. Potrebbe diventare alto se il virus sfruttasse l'opportunità di stabilirsi in Paesi non endemici come diffuso patogeno umano".

In Italia al momento i casi confermati sono 20. Sulla diffusione del contagio è intervenuto nelle ultime ore anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che parlando in radio ha dichiarato che "è chiaro che ci sarà un aumento di casi nelle prossime settimane, ma la situazione non sarà confrontabile con quella della pandemia da Covid. Il ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità seguono attentamente ogni alert e l’evolversi della situazione. Dobbiamo stare tranquilli".

I casi individuati nel nostro Paese, ha concluso, sono "20, di cui 19 con una storia di viaggio in zone dove sono state evidenziate catene di contagio. E in un solo caso sembrerebbe esservi stata una trasmissione locale. Visti i tempi di incubazione del virus vi potrà essere nelle prossime settimane un ulteriore aumento di casi, ma non vivremo mai ciò che abbiamo vissuto col covid per diverse ragioni. Ovvero, per la natura specifica del virus, per le modalità di contagio, per la minore gravità delle manifestazioni cliniche e per la disponibilità di cure e di un vaccino specifico da decenni. Bisogna quindi prestare attenzione e avere massima accortezza, nel senso che se si hanno delle lesioni cutanee particolari, bisogna rivolgersi al medico".

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