Vaiolo delle scimmie, paziente di 43 anni racconta come è stato avere la malattia
La prima lesione cutanea è apparsa a metà luglio sulla guancia destra. Ma Jeffrey Todd, 43enne di Hollywood, in California, mai avrebbe pensato che si trattava di vaiolo delle scimmie.
Eppure, dopo la diagnosi, ha deciso di raccontare la malattia sui propri social network, dall'inizio fino alla guarigione.
"Ho notato che avevo come un brufolo sulla guancia e aveva questo cerchio bianco in rilievo dall'aspetto molto strano attorno, sembrava una rientranza, un po' come un cratere", ha spiegato Todd, in una intervista alla ABC News.
A quel punto, dopo aver letto sui giornali dei casi di monkeypox in aumento anche negli Usa, dove è stato in seguito dichiarato emergenza sanitaria pubblica, ha fatto una ricerca su Google.
"Una delle immagini che ho trovato assomigliava esattamente alla macchia che avevo notato sulla mia guancia", ha continuato, aggiungendo che nei giorni successivi quelle lesioni sono apparse anche sul braccio, sulla schiena e sul collo.
Ma sono comparsi anche altri sintomi, come mal di schiena, dolore alle gambe e affaticamento.
Todd si è sottoposto al test per il vaiolo delle scimmie per la prima volta il 13 luglio scorso, ma i risultati non sono arrivati subito. Ed è così che ha scoperto di essere positivo al virus.
L'uomo, che ha detto di essere gay, ha spiegato di essere stato contattato dal Dipartimento della salute pubblica della contea di Los Angeles. Crede che abbia contratto il virus durante un evento durante il weekend del Pride a Los Angeles a fine giugno.
"Ero a una festa, si ballava", ha detto. "Era al chiuso. Faceva caldo, ero molto sudato. Era davvero pieno zeppo quel posto – con molto contatto fisico e vicinanza alle persone. Quindi mi sembra verosimile che il contagio sia avvenuto lì".
Todd, che è rimasto in quarantena per 28 giorni, ha realizzato diversi video che mostrano l'evoluzione delle sue condizioni, condividendoli su Instagram e TikTok. Ne ha approfittato anche per invitare i suoi amici a vaccinarsi.
"Mi arrabbio quando le persone prendono questa malattia sotto gamba, pensando si tratti di una banale varicella. Non lo è. E ha lasciato segni visibili sul mio viso. Non voglio che nessun altro passi quello che ho sofferto io", ha concluso.