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Covid 19

“Vaccino anti-Covid pronto già a gennaio”: l’annuncio di Anthony Fauci, capo della task force Usa

Anthony Fauci, famoso virologo a capo della task force voluta da Trump per combattere l’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti, ha annunciato che il vaccino contro Covid-19 potrebbe essere disponibile già a partire dal prossimo mese di gennaio. “Penso che sia fattibile se le cose vanno nel verso giusto. La strada è assumersi il rischio di cominciare la produzione con le società coinvolte presumendo che funzioni”. Buone notizie anche sull’uso dell’antivirale remdesivir per la cura dei pazienti più gravi.
A cura di Ida Artiaco
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"Il vaccino contro il Coronavirus potrebbe essere disponibile già dal prossimo mese di gennaio, penso sia una cosa fattibile". Ad annunciarlo è stato Anthony Fauci, l'autorevole virologo americano a capo della task force voluta dal presidente Donald Trump per combattere l'emergenza Covid-19 negli Usa. Fauci, che è anche direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, ha aggiunto in una intervista alla stampa locale che l'obiettivo al momento è "procedere velocemente ma vogliamo assicurarci che sia sicuro ed efficace. Penso che sia fattibile se le cose vanno nel verso giusto. La strada è assumersi il rischio di cominciare la produzione con le società coinvolte presumendo che funzioni e, in tal caso, aumentarla". Washington sarebbe già pronta a dare il via libera alla realizzazione di milioni di dosi all'arrivo della conferma dell'efficacia del vaccino stesso.

"Ho sempre detto che per avere il vaccino avremmo dovuto aspettare un massimo di 18 mesi. Ora la previsione si è leggermente abbassata e non si allontana molto dall'ipotesi iniziale", ha aggiunto. Fauci ha poi precisato che, mentre continua in tutto il mondo la corsa al vaccino per fermare i contagi da Coronavirus, che proprio negli Stati Uniti hanno superato quota un milione, gli studi sul farmaco sperimentale remdesivir, un antivirale già utilizzato per curare l'ebola, rappresentano "un importante primo passo in avanti" nel trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. E' emerso, analizzando un gruppo di mille persone a cui è stato in parte somministrato il farmaco e in parte il placebo, che i benefici segnalati indicano che il medicinale potrebbe contribuire a ridurre i tempi di recupero per i malati più gravi. Il test è stato promosso dal National Institute of Allergy and Infectious Disease (NIAID), centro di ricerca pubblico statunitense che si occupa dello studio delle malattie infettive, ed iniziato il 21 febbraio scorso con la partecipazione di 1063 pazienti in diverse parti del mondo, tra Stati Uniti, Asia ed Europa.

Sempre Fauci ha spiegato che i pazienti trattati con remdesivir, che è prodotto dall'americana Gilead Sciences, hanno avuto in media tempi di recupero dall'infezione di Covid-19 di 11 giorni, contro i 15 giorni di quelli trattati con il placebo, e hanno fatto registrare un tasso di letalità intorno all’8 per cento contro il quasi 12 per cento degli altri. Tuttavia, studi condotti sullo stesso farmaco in Cina non ne evidenziano la stessa efficacia, anche se la sperimentazione nel paese del Dragone è stata penalizzata dalla mancanza di pazienti dopo l'esaurimento dell'ondata epidemica.

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