video suggerito
video suggerito

Usa, ufficiale italiano condannato per sversamento di oli inquinanti in mare

L’ufficiale Girolamo Curatolo ha confessato lo sversamento di materiale inquinante nelle acque tra il 2014 e il 2015 durante viaggi a bordo della nave Cielo di Milano della compagnia d’Amico Shipping Italia. Il Tribunale Federale del New Jersey lo ha condannato a 8 mesi di reclusione.
A cura di Redazione
127 CONDIVISIONI
Immagine

L'ufficiale marittimo italiano Girolamo Curatolo condannato a otto mesi di carcere, oltre all'ammenda di 5mila dollari, dalla Corte Federale del New Jersey, dopo essersi dichiarato colpevole lo scorso agosto per aver sversato illecitamente oli in mare, inquinandolo. Il Tribunale Federale indagava da tempo in merito alla vicenda della nave cisterna Cielo di Milano. L'imbarcazione, di proprietà della D'Amico Shipping Italia, era accusata dalle autorità marittime statunitensi per lo sversamento di acque oleose in mare. Oggetto delle indagini e della decisione della corte il direttore di macchina Curato e il primo ufficiale Danilo Maimone, che verrà sottoposto a giudizio a gennaio 2017. I due sarebbero colpevoli di violazione del US Act to Prevent Pollution from Ships.

Le accuse a Curatolo

L'ufficiale ha confessato di aver scaricato volontariamente in mare dei liquidi inquinanti nel corso di viaggi verso New York in un lasso di tempo compreso tra settemnre del 2014 e gennaio del 2015. Lo stesso Curatolo, nella sua confessione, avrebbe aggiunto di aver falsificato il registro di bordo dell'imbarcazione, odrinando di conseguenza ai suoi dipendenti di produrre false documentazioni da consegnare alla Guardia Costiera. Immediata la presa di distanza della compagnia D'Amico Shipping Italia, che parallelamente all'inizio delle indagini aveva diramato un comunicato in cui si dichiarava assolutamente slegata ed estranea ai fatti:

La d'Amico Shipping Italia, società armatrice della Cielo di Milano, ha collaborato fin dal primo minuto con le autorità americane affinché si facesse chiarezza sulla vicenda che ha coinvolto la nave. Il comportamento sia del Direttore di Macchina che del suo Primo Ufficiale non è stato in linea né con le procedure aziendali né con le normative internazionali. La totale estraneità dell'azienda rispetto al comportamento dei due ufficiali ha evitato la detenzione della nave, differentemente a quanto accaduto con altri armatori in situazioni analoghe

127 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views