Usa, uccide i genitori, la fidanzata e altre due persone: il killer in fuga è un 21enne
La polizia della Louisiana sta dando la caccia a Dakota Theriot, un giovane di ventuno anni ritenuto il responsabile di due sparatorie nelle quali sono rimaste uccise cinque persone. A quanto ricostruito finora, tra le vittime del presunto killer ci sarebbero i suoi genitori cinquantenni, Keith ed Elizabeth Theriot, e una ragazza che frequentava. Prima il giovane avrebbe ucciso la mamma e il papà ad Ascension Parish, poi si sarebbe spostato in una vicina contea, a Livingston Parish, a poco più di 100 chilometri da New Orleans, dove avrebbe ucciso il quarantatreenne Billy Ernest e le sue due figlie, Tanner di diciassette anni, e Summer di venti anni (con la ventenne il killer avrebbe avuto una relazione). Due bambini hanno assistito a quest'ultimo eccidio, fuggendo e riparandosi a casa di alcuni vicini. Le tre vittime della contea di Livingston Parish sono state trovate in un parcheggio per roulotte mentre i genitori dell’omicida sono stati trovati in un residence. Sarebbe stato proprio il padre del ragazzo, prima di morire, a riuscire a dire che l’attacco era arrivato proprio dal figlio.
Il killer in fuga – Dopo le sparatorie il giovane ha fatto perdere le sue tracce ma, stando ad alcune fonti, potrebbe essere stato ferito dalle forze di polizia. Diffondendo le foto del fuggitivo la polizia locale lo ha definito “armato e pericoloso” e ha fatto sapere che è scappato dai luoghi del delitto a bordo di una Dodge di colore grigio-argento del 2004. “Questo è il caso di violenza domestica più grave che io abbia visto – ha detto lo sceriffo di Ascension, Bobby Webre -. Come può un giovane entrare nella camera da letto e uccidere sua madre e suo padre, e poi andare ad uccidere un gruppi di amici….”. Secondo quanto riferito da alcuni familiari, il killer si era da poco trasferito a casa della famiglia di Summer, nonostante diversi membri non lo avessero in simpatia. Dall’analisi del suo profilo Facebook sono emerse frasi che esprimevano un disagio relazionale, ma non minacce esplicite.