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Usa, terremoto di magnitudo 5.3 in Idaho: “Per gli scienziati è colpa del fracking”

Anche se non sono stati registrati danni a cose o persone, il sisma ha messo in guardia gli esperti sulla possibilità che le scosse siano state causate dal fracking, come già accaduto in Oklahoma nel 2011.
A cura di Ida Artiaco
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Un sisma di magnitudo 5.3 ha fatto tremare la terra in Idaho, a nord ovest degli Stati Uniti. Alle 17:56 ora locale (l'1:56 ora italiana) è stata registrata la scossa che per fortuna non ha provocato né danni a cose né feriti. Secondo i rilevamenti dell'agenzia geologica statunitense Usgs, il terremoto ha avuto ipocentro a circa 10 chilometri di profondità ed epicentro 19 chilometri a nord-nordest di Georgetown, nel sudest dello Stato, non lontano dal confine col Wyoming. Secondo gli scienziati, tuttavia, questo non sarebbe un episodio come gli altri, ma dietro si nasconderebbe il fracking.

L'Idaho, infatti, è uno Stato dove questa tecnica, che consiste nel fratturare la roccia attraverso la pressione dell'acqua per l'estrazione di petrolio e gas, è molto diffusa. Una procedimento che, è stato già dimostrato, provoca eventi sismici e che, hanno messo in guardia gli scienziati, primo o poi potrebbe scatenare forti terremoti. Nell'ultimo anno, in questa regione settentrionale degli States sono stati registrati già più di 300 eventi sismici. Certo, nulla a confronto di quanto avviene altrove, come in California, dove nello stesso periodo di tempo considerato ne sono avvenuti più di tremila. Ma il fenomeno è in crescita e sta mettendo in guardia gli esperti.

Già per il terremoto che colpì l'Oklahoma nel 2011 alcuni studiosi hanno pensato che le scosse fossero state causate dall'estrazione di gas naturale realizzata attraverso fratturazione idraulica. Poi, nel 2014 è arrivata la conferma di una possibile connessione tra fracking ed eventi sismici in seguito a una ricerca dell'Università dell'Ohio. In particolare, la sismologa Katie Keranen ha spiegato che in questo modo l'acqua si sposta sottoterra con molta più velocità e molto più lontano, andando a toccare linee di faglia che non possono fare altro che muoversi di più. Dunque, in zone di faglia non attive è possibile che il fracking possa dare l'impulso al sisma e aumentare sia il numero che l’intensità dei terremoti. In ogni caso, le conclusioni non devono essere considerate definitive.

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