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USA: Starbucks prova a vietare l’ingresso nei bar ai possessori di pistole

La catena di bar era diventata un “covo” di sostenitori del diritto di possedere un’arma da fuoco, che tra un caffè e un pasticcino discutevano di come liberalizzare ulteriormente la vendita di pistole.
A cura di D. F.
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In Italia non sarebbe neppure una notizia, ma negli Stati Uniti sì, eccome… Stiamo parlando della decisione di Starbucks – la catena di bar – di vietare l'ingresso ai possessori di armi da fuoco. "Embè…?", direte voi: sembrerebbe una scelta del tutto logica, eppure negli Stati Uniti non è affatto scontato che un negozio escluda chi gira con una pistola in tasca. La maggior parte della attività, al contrario, permette ai possessori di armi da fuoco di entrare e uscire liberamente. In una intervista però il Ceo di Starbucks Howard Schultz ha ammesso che la società ha preso la decisione da quando, da alcuni mesi a questa parte, i suoi bar sono stati presi letteralmente d'assalto da sostenitori del diritto a possedere una pistola. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presenza di questi curiosi sostenitori dei "diritti civili" in uno Starbucks di Newtown, Connecticut, a poche centinaia di metri dalla scuola dove un uomo armato uccise 20 bambini e sei donne.

A dire il vero però quello di Starbucks non è un vero e proprio divieto, bensì un invito. Vigono, infatti, le leggi degli stati in cui i bar sorgono e purtroppo non servire un uomo armato fino ai denti rischierebbe di apparire discriminatorio. Non ci si deve stupire, dal momento che solo pochi giorni fa c'è stata una vera e propria levata di scudi da parte dell'associazioni dei non vedenti, che si sono dichiarati discriminati per il ventilato divieto di far utilizzare armi da fuoco ai loro associati.

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