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Usa, prima statua al mondo dedicata a una trans. Arcigay: “Facciamo lo stesso con Marcella Di Folco”

Nella città di Elizabeth, in New Jersey, sarà eretta la prima statua al mondo dedicata a una persona transgender. Raffigurerà Marsha P. Johson, una delle prime attiviste a combattere per i diritti civili LGBT. La statua andrà a sostituire quella in memoria dell’esploratore Cristoforo Colombo. Arcigay Italia commenta: “Facciamo la stessa cosa nel nostro Paese. Commemoriamo Marcella Di Falco e altri attivisti italiani della comunità transgender e omosessuale”.
A cura di Daniela Brucalossi
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Un passo importante, almeno sul piano simbolico, per il movimento dei diritti civili Lgbt: nella città di Elizabeth, in New Jersey, sarà eretta la prima statua al mondo dedicata a una persona transgender. Si tratta di Marsha P. Johson, una delle prime attiviste a combattere contro la discriminazione degli omosessuali e morta in circostanze non ancora chiare. Un traguardo raggiunto sulla scia delle battaglie iconoclaste scatenate dal recente movimento Black Lives Matter: la decisione è stata infatti presa a seguito di una petizione online firmata da 166mila persone. La statua di Johnson andrà a sostituire quella in memoria dell'esploratore Cristoforo Colombo, ritenuto da molti non meritevole di celebrazione a causa delle sue imprese colonialiste.

La proposta di Arcigay Italia. "E' sicuramente un messaggio positivo. Penso che dovremmo seguire l'esempio.", ha commentato Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay Italia. "Il nostro Paese ha una storia di attivismo Lgbt molto diffusa ma poco nota. A quali figure italiane dedicherei una statua? Sicuramente a Marcella Di Folco, attrice, presidentessa del Mit (Movimento Identità Transessuale) e prima donna transgender al mondo a ricoprire una carica pubblica (è stata Consigliere comunale). Oppure a Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, due ragazzi che si amavano nella Sicilia degli anni '80, a Giarre, e che, per questo motivo, furono uccisi. Il loro brutale omicidio diede la spinta per la fondazione del primo circolo Arcigay in Italia, quello di Palermo. Ma ce ne sono tanti altri. Come gli attivisti che furono vittime dall'Aids e, non solo dovettero sopportare le sofferenze della malattia, ma anche lo stigma che la società gli aveva cucito addosso: quello di untori e unici diffusori del virus Hiv. Penso che in Italia, purtroppo, occorrerà ancora un po' di tempo per ereggere la statua della nostra Marsha P. Johnson. Una società fa sempre molta fatica a condannare atteggiamenti di violenza e discriminazione socialmente approvati per decenni."

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