Usa, poliziotto spara contro un 13enne: aveva una pistola finta

Tragedia sfiorata a Baltimora, negli Stati Uniti, dove un agente di polizia ha aperto il fuoco contro un ragazzino di tredici anni in possesso di una pistola poi risultata finta. Da quanto emerso il giovane, al richiamo dei poliziotti, si era rifiutato di abbandonare l’arma. Il ragazzino è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita. L'episodio ha avuto luogo nell'ovest della città, nella stessa zona dove nei mesi scorsi sono andate in scena varie proteste dopo la morte del giovane afroamericano Freddie Gray, deceduto mentre era in stato di arresto un anno fa. Secondo la ricostruzione fornita dalle autorità locali, due poliziotti a bordo della loro auto hanno visto il tredicenne con in mano quella che sembrava una pistola vera e, identificandosi, gli hanno intimato di fermarsi. Lui però non gli avrebbe dato ascolto. I due agenti lo avrebbero quindi raggiunto chiedendogli ancora di gettare l'arma ma senza successo, quindi uno dei due avrebbe aperto il fuoco colpendolo a una gamba.

Il precedente a Cleveland – L’episodio avvenuto a Baltimora ricorda anche quello di Cleveland, dove però un altro ragazzino – il dodicenne Tamir Rice – è rimasto ucciso. Anche in questo caso, proprio come a Baltimora, Tamir possedeva una pistola poi risultata finta. Il bambino, che si trovava in un parco giochi, non avrebbe alzato le mani come chiedevano i poliziotti ma le avrebbe avvicinate alla finta pistola che aveva nella cintura. Colpito allo stomaco, morì poco dopo in ospedale. Notizia di qualche giorno fa è che la città di Cleveland pagherà sei milioni di dollari di risarcimento ai genitori della vittima.