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Usa, polizia usa il dito di un defunto per sboccare uno smartphone: parenti scioccati

Due agenti sono entrati nella camera ardente di un uomo che era stato ucciso da un loro collega, hanno preso le mani del cadavere e hanno provato a sbloccare il suo cellulare. È successo a Tampa, in Florida. Nessuno aveva avvertito la famiglia.
A cura di Susanna Picone
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Due agenti della polizia entrano nella camera ardente di un uomo, prendono la mano del defunto e provano con le dita a sbloccare il suo smartphone. È quanto accaduto in Florida, a Largo, dove il 20 aprile scorso la polizia si è presentata all’interno delle pompe funebri che ospitavano il corpo di Linus F. Phillip, un ventottenne che era stato ucciso a marzo con un colpo di pistola partito proprio da un poliziotto. La notizia, riportata inizialmente dal Tampa Bay Times, è stata ripresa da gran parte dei media americani e non solo. Da quanto emerso, quello che hanno fatto i due agenti è legale, ma probabilmente poco appropriato. I parenti e gli amici del defunto sono rimasti scioccati per il loro gesto. “Mi sono sentita violata, mi hanno mancato di rispetto”, ha detto al Tampa Bay Times Victoria Armstrong, la fidanzata del giovane ucciso. “Nessuno ci ha avvisato che sarebbero arrivati, sono molto critica riguardo la discrezione delle camere ardenti ora”, ha aggiunto la donna. “Un defunto probabilmente non ha interesse in quello che rimane del proprio corpo, ma la sua famiglia sicuramente sì”, ha detto anche Charles Rose, direttore del Centro per avvocati d'eccellenza dell'università di legge di Stetson.

Le autorità avevano bisogno di visionare il contenuto dello smartphone della vittima – La ricostruzione della morte di Philip non ha del tutto convinto i suoi familiari: il giovane è stato ucciso il 28 marzo, all’interno di un parcheggio di una stazione di servizio della Wawa. Secondo quanto scrivono i media Usa, la macchina che aveva preso a noleggio aveva i vetri oscurati. Un particolare che avrebbe spinto due agenti ad avvicinarsi per un controllo. Gli agenti avrebbero riferito di aver sentito un forte odore di marijuana intimando al giovane di scendere dalla macchina. In quel momento Philip avrebbe cercato di scappare. A quel punto sarebbero partiti gli spari. L'inchiesta sulla morte di Philip si intreccia con un'altra che riguarda il traffico di droga. Per entrambe, le autorità avevano bisogno di visionare il contenuto dello smartphone della vittima. Teoricamente ciò sarebbe stato ancora possibile fra le 48 e le 72 ore dopo la morte.

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