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Usa: mega tagli all’Esercito, Forze Armate torneranno ai livelli degli anni ’30

Secondo il progetto di tagli alla Difesa, in Usa verranno chiuse molte basi militari, ritirati molti aerei, ma soprattutto diminuiti gli effettivi dell’esercito ai livelli precedenti alla II Guerra Mondiale.
A cura di Antonio Palma
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È tempo di crisi, così anche gli Stati Uniti si preparano a drastici tagli nella spesa pubblica toccando anche uno dei settori più importanti, la Difesa militare. Un'operazione drastica che prevede maxi tagli a molti settori, dall'esercito all'aeronautica passando per la flotta navale. È quanto previsto dal nuovo bilancio preventivo del Pentagono per il 2015, che il segretario alla Difesa statunitense, Chuck Hagel, sta per presentare al Congresso americano. Il piano di riordino delle Forze Armate americane, infatti, parla di eliminazione di intere flotte aeree, chiusura di basi militari sparse per il mondo, riordino dei programmi navali, ma soprattutto una diminuzione numerica consistente dell’esercito che dovrebbe ritornare ai livelli precedenti alla Seconda Guerra Mondiale. Nel dettaglio il piano di riordino delle forze armate statunitensi prevede una riduzione degli effettivi dell’esercito dagli attuali 522 mila soldati, a 450 mila, un livello mai raggiunto da oltre settanta anni.

L'obiettivo dichiarato è quello di rendere l'Esercito più adeguato alla nuova realtà fatta di bilanci ridimensionati, ma anche di nuove sfide a livello globale che richiedono truppe tecnologicamente avanzate e molto più flessibili da poter essere impiegate contro minacce sempre meno prevedibili. "Ci stiamo riorganizzando per concentrarci sulle sfide strategiche del futuro: nuove tecnologie, nuovi centri di potere e un mondo per certi aspetti con maggiori minacce per gli Stati Uniti" ha spiegato Chuck Hagel esponendo in anteprima  il suo progetto in un discorso al Pentagono. In sostanza il segretario prevede che le forze armate non saranno più impegnate in lunghi conflitti che richiedono molto uomini a disposizione. Il progetto inoltre prevede il pensionamento dell’intera flotta dei caccia A-10 e il ritiro degli aerei spia U-2, sostituiti dai più economici droni, ma anche la chiusura di diverse basi, mentre confermato almeno per adesso il mantenimento delle attuali 11 portaerei e gli investimenti nell’F-35.

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