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USA, lascia morire di fame la figlia di 7 anni: padre condannato a ‘soli’ 5 anni di carcere

Sta facendo discutere la condanna di Julius Fineday Sr, americano 42enne, a ‘soli’ 5 anni di carcere. L’uomo ha letteralmente affamato la figlia Jewel per un anno intero, la bimba è morta il giorno di Natale del 2022. Il giudice: “Da lui sincero rimorso”
A cura di Biagio Chiariello
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La piccola Jewel
La piccola Jewel

Ha lasciato morire la figlioletta di 7 anni privandola del cibo per un anno intero, fino a che la piccola Jewel non è spirata il giorno di Natale del 2022. Ora Julius Fineday Sr, americano 42enne, è stato condannato a 5 anni di carcere. Una sentenza che ha generato molta indignazione negli USA perché ritenuta eccessivamente lieve a fronte del delitto commesso dall'uomo.

L'imputato ha "volontariamente privato" la figlia di cibo e assistenza sanitaria dal 1° gennaio al 25 dicembre 2022, "nonostante fosse ragionevolmente in grado di prendere gli accorgimenti e le misure necessarie", secondo l'ufficio del procuratore degli Stati Uniti, distretto del Minnesota. Lo scorso marzo si è dichiarato colpevole di un'accusa di negligenza grave che ha provocato la morte di una persona minorenne e martedì 23 luglio è arrivata la condanna.

Ha trascurato la figlia in "quasi tutti i modi possibili", ha affermato il giudice capo Patrick Schiltz durante la sentenza. La bambina "non era solo magra, ma scheletrica", quando è morta.

È stato ricostruito che Jawel non era nutrita, aveva i pidocchi e non andava dal medico da tre anni, oltre a non ricevere mai alcun vaccino. Fineday ha anche impedito alla figlia di andare a scuola, impedendole quindi anche l'accesso ai pasti della mensa. La causa del decesso sarebbe la malnutrizione e un'infezione da streptococco dovuta a negligenza.

La corte ha riconosciuto che la "dimostrazione di sincero rimorso da parte di Fineday, che si è dichiarato colpevole prima del processo e senza un accordo di patteggiamento, è stata un importante fattore attenuante che ha pesato contro una condanna ancora più lunga".

Il giudice Schiltz ha affermato che questa condanna dovrebbe indicare ad altri tutori/genitori che la "negligenza o gli abusi su minore possono avere conseguenze negative non solo per il bambino, ma anche per l'adulto responsabile". E li ha esortati a "prendere in mano il telefono" e chiedere aiuto quando non sono in grado di provvedere ai bisogni primari di un bambino.

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