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Usa, incriminato l’agente che sparò a Philando Castile. L’omicidio in diretta su Facebook

È accusato di omicidio Jeronimo Yanex, l’agente del Minnesota che il 6 luglio scorso sparò uccidendo Philando Castile, afroamericano che era in auto con la fidanzata. Lei aveva filmato tutto e quel video fu trasmesso in diretta su Facebook.
A cura di Susanna Picone
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Il poliziotto che nel luglio scorso ha sparato e ucciso l'afroamericano Philando Castile è stato accusato di omicidio. Jeronimo Yanez – questo il nome dell’agente – dovrà apparire in tribunale venerdì prossimo. Se condannato, rischia fino a dieci anni di carcere. Philando Castile, trentaduenne di colore, fu ucciso nel sobborgo di St. Paul, in Minnesota, mentre si trovava in auto, con le cinture allacciate, insieme alla compagna e alla figlia. In quei drammatici momenti la fidanzata afferrò il cellulare e riprese tutto mostrando quanto stava accadendo in diretta su Facebook. Il suo compagno sarebbe morto poco dopo. Quel video ha fatto il giro del mondo e ha scatenato manifestazioni di protesta in diverse città americane. Proteste innescate anche da un altro episodio avvenuto solo il giorno prima dell’omicidio di Castile: un altro uomo di colore era stato freddato dalla polizia a Baton Rouge, in Louisiana.

La vittima obbedì agli ordini del poliziotto che però sparò lo stesso – Riguardo il caso di Philando Castile, oltre al video trasmesso in diretta su Facebook c’è anche un altro filmato girato dall'auto della polizia in cui si nota che quando Yanez si è avvicinato all’auto dell’afroamericano quest’ultimo si è rivolto all'agente con un tono calmo e all'ordine di non tirare fuori l'arma sia lui che la compagna hanno risposto di non averne l'intenzione. Ma a quel punto il poliziotto ha iniziato a urlare e ha sparato. Ora Jeronimo Yanez è stato accusato dalla Procura di “second-degree manslaughter”, un reato che nel nostro ordinamento può essere considerato omicidio colposo o preterintenzionale. Il procuratore della contea di Ramsey, John Choi, ha affermato che ci sono le prove che la vittima obbedì a quanto gli aveva detto di fare il poliziotto, dicendogli fin da subito che era in possesso di un’arma. Quando il corpo dell'afroamericano venne tirato fuori dall’auto la sua pistola era ancora dentro la tasca anteriore dei pantaloni.

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