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Usa, in Utah torna la fucilazione per i condannati a morte

A causa della penuria dei farmaci fino ad oggi usati per le iniezioni letali, nello stato americano si torna al passato.
A cura di Antonio Palma
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A causa della penuria dei farmaci fino ad oggi usati per le iniezioni letali, negli Usa si torna al passato. Le autorità dello stato dell'Utah infatti stanno ripristinando la pratica, comune in passato, di fucilare i condannati a morte. Il Senato dello Stato ha già approvato una legge in materia che autorizza l’uso del plotone di esecuzione nel caso in cui non siano disponibili i farmaci impiegati per l’iniezione letale, e il governatore locale è pronto a controfirmarla per renderla applicabile. La legge è stata approvata con 18 voti favorevoli e 10 contrari e permette alle autorità carcerarie di ricorrere alla fucilazione anche senza l’assenso del condannato. A favore hanno votato i repubblicani convinti che ricorrere alla fucilazione "in assenza di altre alternative, è la cosa più umana". Il governatore per il momento non si è sbilanciato ammettendo però che lo Stato ha difficoltà ad ottenere i farmaci per il cocktail letale.

La mancanza dei farmaci

In effetti da mesi ormai in molti stati degli Usa si discute delle alternative ai farmaci solitamente usati per le esecuzioni capitali. Il problema è nato dopo che la Ue ha vietato l’esportazione di alcuni farmaci negli Stati Uniti proprio per impedirne l’uso per le iniezioni letali. Alcuni stati, come l’Oklahoma e l’Arizona, hanno cominciato ad usare farmaci alternativi anche se fino ad ora con risultati drammatici che hanno trasformato le esecuzioni in orribili agonie dei condannati. Altri stati hanno pensato quindi alla fucilazione, presa in considerazione anche in Arkansas.

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