USA, il figlio 15enne uccide quattro studenti a scuola, condannato il padre: “Gli ha dato la pistola”

Ha dato al figlio la pistola con la quale ha ucciso quattro compagni di classe in una scuola vicino a Detroit, nello Stato del Michigan. Per questo motivo James Crumbley è stato giudicato colpevole di omicidio colposo da una giuria locale e condannato: ora rischia sino a 15 anni di prigione.
Secondo i pubblici ministeri, l'uomo, così come sua moglie, sarebbe responsabile di quella strage anche per aver ignorato i segnali della violenza di Ethan: l'allora 15enne aveva utilizzato una SIG Sauer 9mm per uccidere quattro studenti e ferirne altri sei oltre che ad un insegnante alla Oxford High School il 30 novembre 2021.
James e Jennifer Crumbley saranno condannati il 9 aprile. L'uomo è stato scortato in catena fuori dall'aula del tribunale dopo che il verdetto è stato letto e confermato da ciascun giurato. La moglie era già stata ritenuta colpevole in un separato processo, a febbraio. I genitori dei ragazzi uccisi nella sparatoria, inclusi i genitori di Madisyn Baldwin, Hana St. Juliana e Justin Shilling, hanno abbracciato il procuratore dopo il verdetto.
Quello contro la coppia è da considerare il primo processo nella storia americana in cui un genitore si è visto contestare un'accusa di omicidio colposo in relazione ad una sparatoria a scuola da parte del figlio.
L'accusa ha affermato che James Crumbley è stato "gravemente negligente" perché aveva acquistato quella pistola per suo figlio giorni prima della sparatoria, non era riuscito a nasconderla adeguatamente, aveva ignorato il deterioramento della salute mentale del 15enne e non aveva prestato "attenzione ragionevole" per proteggerlo e prevenire il pericolo prevedibile.
"James Crumbley non è sotto processo per ciò che ha fatto suo figlio. James Crumbley è sotto processo per quello che ha fatto e per quello che non ha fatto" ha detto il procuratore della contea di Oakland Karen McDonald.
In risposta, l’avvocato difensore Mariell Lehman ha lamentato la mancava di prove e che il processo è stato basato su “presunzioni e retrospettiva”. "Non ci sono testimonianze e non ci sono provee che James sapesse che suo figlio era un pericolo per qualcuno", ha detto.