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USA, hackerati i computer della Casa Bianca. “Colpa di pirati russi o cinesi”

Pirati informatici si sono introdotti in alcuni computer dei dipendenti della Casa Bianca ed hanno sottratto informazioni sensibili.
A cura di D. F.
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"Pirati" russi alla Casa Bianca? E' il sospetto avanzato dall'Fbi dopo che alcuni computer della residenza del Presidente Obama sono stati "hackerati" da degli sconosciuti: l'intrusione, scoperta qualche giorno fa, ha provocato l'intervento immediato delle massime autorità di sicurezza. Secondo indiscrezioni l'attacco avrebbe mirato a spiare i computer di diversi dipendenti, anche se non si è trattato di un atto di pirateria molto sofisticato. Il cyber attacco tuttavia preoccupa Fbi e Nsa: non ci sono dubbi che l'attacco abbia dimostrato una falla nei sistemi di sicurezza. Obiettivo degli investigatori è capire chi ha avuto interesse a prelevare le informazioni contenute nei pc, ma per il momento tutti i sospetti ricadono sulla Russia: non si tratterebbe di una novità, dal momento che da Mosca ultimamente sarebbero arrivati numerosi tentativi di hackeraggio a causa della crisi ucraina.

Secondo Washington tuttavia non si potrebbe escludere la pista cinese: gli hacker di Pechino sono infatti tra i più aggressivi verso obiettivi occidentali, e non solo gli Stati Uniti. Un discreto numero di partners occidentali sono stati vittime di attacchi organizzati da un'organizzazione di "Pirati" vicina all’apparato militare di Pechino, che talvolta ha messo nel mirino giornalisti che avevano "ficcato il naso" negli affari dei più influenti funzionari cinesi.

L'ennesimo attacco informatico ai danni dei terminali della Casa Bianca ha allarmato il Pentagono, che dovrà correre alla svelta ai ripari. Entro il 2016 gli Stati Uniti contano di attivare un'unità di seimila uomini specializzati nel fronteggiare gli atti di pirateria: si tratterà di una forza che dovrà essere in grado di lanciare offensive simili ad una campagna aerea di ampie proporzioni.

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