Usa, giornalista portato via di peso contesta Blinken su Gaza: “Criminale, perché non sei all’Aja?”
L'ultimo discorso di Antony Blinken, segretario di Stato dell'uscente amministrazione Biden, è stato interrotto da diversi interventi di giornalisti duramente critici della linea statunitense su Gaza e Israele. Sam Husseini, scrittore e attivista americano-palestinese che da anni si occupa anche con tono polemico di politica internazionale, è stato portato via di peso da membri della sicurezza e ha attaccato direttamente Blinken: "Criminale, perché non sei all'Aja?", la sede della Corte penale internazionale. Un altro giornalista, Max Blumenthal, acceso critico degli Stati Uniti in politica estera, ha interrotto Blinken chiedendo perché gli Usa avessero "continuato a fornire bombe" anche quando c'era la possibilità di un accordo, ed è stato accompagnato fuori.
Per quanto riguarda Husseini, le immagini della scena mostrano che già da qualche secondo c'erano guardie della sicurezza che gli chiedevano di andarsene, e che dopo il suo rifiuto lo hanno preso per le braccia: "Metti giù le mani. Giù le mani, giù le mani. Rispondi a una domanda, diamine", ha detto il giornalista. "Sono stato seduto qui in silenzio, e ora vengo malmenato da due o tre persone. E pontificate sulla libertà di stampa?".
Husseini ha continuato: "Sto facendo domande dopo che Matt Miller (portavoce del dipartimento di Stato, e quindi di Blinken, ndr) mi ha detto che non darà risposte alle mie domande". Poi ha chiesto: "La dichiarazione del 31 maggio aveva l'obiettivo di bloccare la decisione della Corte penale internazionale?". Il riferimento è al discorso con cui, il 31 maggio 2024, Joe Biden aveva annunciato che c'era un accordo per arrivare a un cessate il fuoco.
Quando un membro dello staff della Casa Bianca gli ha detto "per favore, rispetti la procedura", Husseini si è infervorato: "Rispettare la procedura? Rispettare la procedura mentre tutti da Amnesty International alla Corte penale internazionale parlano di genocidio e sterminio?". Poi ha attaccato direttamente Blinken: "Criminale! Perché non se all'Aja?".
Non è la prima volta che il giornalista americano-palestinese si trova al centro di una controversia. Nel 2011 venne temporaneamente sospeso (sospensione poi revocata) dal Club della stampa nazionale per aver chiesto all'ambasciatore dell'Arabia saudita negli Stati Uniti definendo il Paese "uno dei più autocratici e misogini regimi sulla faccia della Terra" e riportando le accuse di torture e detenzioni di attivisti. Nel 2018 invece era stato portato via dalla sala della conferenza stampa di Trump e Putin per aver portato un cartellone che chiedeva un trattato per vietare le armi nucleari.
L'altro giornalista coinvolto, Max Blumenthal, ha a sua volta una lunga storia di posizioni controverse ed è stato accusato in passato di sostenere posizioni filorusse. Da anni si occupa del conflitto israelo-palestinese, e ha interrotto il discorso di Blinken dicendo: "Trecento giornalisti a Gaza hanno subito i vostri bombardamenti, perché avete continuato a fornire bombe quando c'era un accordo a maggio? Tutti sapevamo che c'era un accordo, Tony, tutti in questa stanza sapevano che c'era un accordo, e avete continuato a fornire bombe".
E ancora: "Perché avete sacrificato l'ordine basato sulle leggi all'altare del vostro impegno verso il sionismo? Perché avete permesso che i miei amici venissero massacrati, che le case dei miei amici a Gaza venissero distrutte quando avevamo un accordo a maggio? Avete aiutato a distruggere la nostra religione, il giudaismo, associandola al fascismo. Avete sventolato bandiera bianca davanti a Netanyahu, davanti a fascisti israeliani".
Blumenthal non ha risparmiato critiche personali al segretario di Stato: "Tuo padre era un lobbista per Israele, tuo nonno era un lobbista per Israele, sei compromesso da Israele? Perché avete permesso che l'Olocausto del nostro tempo avvenisse? Come ci si sente a sapere che la propria eredità è il genocidio? Anche tu Matt (Miller, ndr): sorridi compiaciuto mentre tutto questo succede, ogni giorno, sorridi mentre avviene il genocidio".