USA, FBI arresta un 19enne: progettava un attacco ispirato all’ISIS
La polizia statunitense ha tratto in arresto Justin Nojan Sullivan, un 19enne della North Carolina accusato di aver programmato un attentato terroristico in stile Isis: a denunciarlo è stato suo padre, che da mesi osservava i comportamenti inquietanti del figlio. La polizia ha effettuato una perquisizione nel suo appartamento e trovato un'arma da fuoco, anche se si tratta ancora di un elemento insufficiente a provare che intendesse utilizzarla in un attentato.
Quel che è certo è che i proclami del giovane erano a dir poco minacciosi: affermava di voler uccidere migliaia di "infedeli" e sosteneva di essere in grado di costruirsi un'auto bomba e utilizzare armi chimiche. In realtà è finito Sullivan – bianco convertito all'islam – fino al mese di aprile non era nel mirino degli investigatori, che dunque non lo consideravano un pericolo. La svolta è stata però determinata dal padre del 19enne, che una sera ha chiamato il 911 denunciando che il figlio aveva distrutto delle statuette di Buddha e cosparso di benzina altri oggetti di culto. "Abbiamo paura a stare in casa con lui", spiegò i genitori agli agenti, che a quel punto decisero di approfondire le reali intenzioni del giovane.
Un agente sotto copertura ha avvicinato Sullivan e compreso che, almeno nei proclami, le minacce erano decisamente importanti: il 19enne sosteneva di essersi convertito all'Islam "dopo una riflessione sul senso della vita" e affermava di voler acquistare un fucile d'assalto con il quale compiere una strage, aspettando però il momento più opportuno, ovvero l'assenza del padre e della madre. I suoi genitori sarebbero stati "eliminati" in un secondo momento, e magari a quel compito avrebbe dovuto provvedere un sicario. A quel punto l'agente è uscito allo scoperto e fatto scattare le manette nei confronti del giovane.