Usa, esperti Fda dicono no a terza dose vaccino Pfizer per tutti: “Non ci sono abbastanza dati”
Un gruppo di esperti dell’agenzia del farmaco degli Stati Uniti dice no alla terza dose del vaccino anti-Covid di Pfizer per tutte le persone al di sopra dei 16 anni. Un gruppo di consiglieri della Food and Drug Administration (Fdi), ovvero l’agenzia federale proposta alla sicurezza dei farmaci, si è espressa contrariamente alla somministrazione della terza dose per tutti i cittadini statunitensi. Gli esperti indipendenti hanno deciso di respingere la proposta di inoculare la terza dose del vaccino di Pfizer-BioNtech a tutti i cittadini con età superiore ai 16 anni. Si tratta di una decisione presa sulla base di ciò che è stato finora accertato da un punto di vista scientifico: per valutare l’opportunità della dose addizionale servono più dati, secondo gli esperti Usa.
Da consiglieri Fda sì a terza dose per over 65
Il panel di tecnici ha proseguito la riunione stabilendo, invece, di dare il via libera alla somministrazione della terza dose ai cittadini con età superiore ai 65 anni, quelli ritenuti più vulnerabili al Coronavirus. Gli esperti forniscono un parere non vincolante per la Fda e dovrebbero effettuare una votazione anche sul tema del booster per gli over 60, dopo quello già avvenuto sulla popolazione generale. L’amministrazione Usa, guidata da Joe Biden, sembrava intenzionata a inoculare i richiami già dalla prossima settimana, ma non prima di ricevere l’autorizzazione dalle autorità sanitarie. L’Fda solitamente si attiene alle indicazioni provenienti dal panel di esperti, ma la sua decisione dovrebbe comunque arrivare nelle prossime ore.
Per esperti Fda pochi dati su terza dose Pfizer
Il voto del panel di esperti sulla terza dose per tutti, riporta l’Associated Press, è stato chiaro: 16 contrari e 2 favorevoli. Gli scienziati ritengono che Pfizer abbia fornito pochi dati, per il momento, sulla sicurezza della dose addizionale e sostengono che quanto osservato in Israele, dove la terza dose viene già somministrata, potrebbe non essere indicativo di quanto avverrebbe invece negli Stati Uniti. La prossima settimana arriverà invece la riunione del Center of disease control and prevention, sempre sullo stesso tema. Negli scorsi giorni su The Lancet è stato pubblicato uno studio sulla protezione dei vaccini anti-Covid: un gruppo di scienziati ha evidenziato come la protezione data dal vaccino cali con le forme lievi del virus, ma continui a restare alta per i sintomi gravi che portano all’ospedalizzazione o a conseguenze più drammatiche. Proprio per questo motivo gli esperti che hanno realizzato lo studio ritenevano non necessario un ulteriore richiamo per tutta la popolazione.