USA, esecuzione di un uomo interrotta. I boia hanno “pugnalato il detenuto con gli aghi per un’ora”
Un'ennesima dimostrazione della brutalità della pena di morte arriva dagli Stati Uniti. L'esecuzione di Kenneth Smith, detenuto nello stato dell'Alabama, è stata annullata ieri sera dopo che i "boia" hanno trascorso oltre un'ora a cercare di iniettargli il veleno, fallendo sistematicamente per l'incapacità di trovare la vena.
L'esecuzione di Smith era stata inizialmente programmata per le 18 di ieri, ma proprio quando l'uomo stava per essere condotto nella stanza dedicata all'iniezione letale era scaturita una battaglia giudiziaria in extremis. La corte d'appello aveva posticipato l'esecuzione di alcune ore e poco prima della scadenza del termine ultimo, fissato per la mezzanotte, i giudici avevano dato il via libera all'iniezione letale.
Alle 22 di ieri Kenneth Smith è stato fatta adagiare sul lettino. I boia hanno preparato la soluzione chimica che avrebbe dovuto porre fine alla sua vita ma, stando a quanto riferito dal commissario del Dipartimento penitenziario dell'Alabama John Hamm, gli addetti hanno hanno trascorso oltre un'ora a tentare di inserire una flebo nelle vene di Smith prima di concludere che avevano esaurito il tempo massimo per eseguire l'esecuzione. Intorno alle 23:20 il detenuto è stato riportato nella sua cella. Hamm ha confermato che i boia avevano provato a inserire l'ago in diversi punti.
Reprieve, associazione che conduce battaglie contro la pena di morte con sede nel Regno Unito, ha affermato che "i funzionari hanno passato un'ora a pugnalare il detenuto con degli aghi" prima che l'esecuzione fosse interrotta.
Chi è Kenneth Smith
Kenneth Smith era stato condannato per omicidio nel 1996; nel corso del processo era stata provata la sua partecipazione all'omicidio su commissione di Elizabeth Sennett, ricca moglie di un funzionario locale. Il delitto era stato ordinato a dei sicari dal marito della donna, Charles Sennett, intenzionato a mettere le mani sul risarcimento assicurativo. Nel marzo 1988, due killer uccisero la donna rubando anche un videoregistratore nella sua camera da letto: tra loro c'era anche Smith, che fu incastrato da una "soffiata" anonima. La polizia effettuò una perquisizione nella sua abitazione e scoprì proprio il videoregistratore appartenente alla vittima.