USA e UK colpiscono 36 obiettivi Houthi in Yemen. Londra: “Non è escalation”. I ribelli: “Risponderemo”
Si intensificano gli attacchi di Stati Uniti e Regno Unito contro obiettivi degli Houthi in Yemen. Dopo aver colpito ieri 85 target di miliziani filo iraniani in Iraq e Siria, la scorsa notte è toccato a obiettivi dei ribelli yemeniti, anch'essi sostenuti da Teheran in quello che appare come il secondo giorno della rappresaglia americana organizzata in risposta all'uccisione di tre militari USA alla base Tower 22 al confine fra Siria e Giordania, la scorsa settimana.
Gli obiettivi colpiti, secondo quanto riferisce la CNN citando funzionari americani, sono almeno 36 in 13 località dello Yemen. I raid sono stati condotti con aerei da combattimento e sono stati presi di mira centri di comando e controllo, un deposito sotterraneo di armi oltre ad alcuni missili destinati a colpire le navi nel Mar Rosso. I media notano che gli Stati Uniti non puntato direttamente l'Iran, ma hanno perseguito alcuni tra i suoi più importanti alleati nella regione. Gli attacchi sono comunque un modo indiretto per inviare un messaggio alla leadership iraniana, che da anni finanzia, arma e rifornisce questi gruppi a diversi livelli.
In una nota congiunta di Washington e Londra viene spiegato che i raid sono stati condotti "in risposta ai continui attacchi degli Houthi contro il traffico marittimo internazionale e commerciale e le navi da guerra che navigano nel Mar Rosso". "Questi attacchi di precisione – prosegue il comunicato – hanno l'obiettivo di perturbare e degradare le capacità utilizzate dagli Houthi per minacciare il commercio mondiale e le vite di marinai innocenti", si legge ancora nella nota. Gli obiettivi erano "arsenali sotterranei, sistemi e lanciatori di missili, sistemi di difesa antiaerea e radar".
USA e UK: "Gli attacchi a obiettivi Houthi non sono un'escalation"
Gli ultimi attacchi nello Yemen, ha aggiunto il segretario alla Difesa britannico Grant Shapps intervistato dalla Bbc, "non sono un'escalation". "È nostro dovere proteggere vite innocenti e preservare la libertà di navigazione". Anche il segretario alla Difesa USA, Lloyd Austin, ha detto che gli attacchi contro gli Houthi in Yemen continueranno se i ribelli non cesseranno le loro azioni ostili. "È un'azione collettiva", ha detto in riferimento all'operazione condotta da Stati Uniti e Regno Unito, che "invia un chiaro messaggio agli Houthi": ci saranno "ulteriori conseguenze se non porranno fine ai loro attacchi illegali contro i navi commerciali internazionali e navi militari".
Houthi: "O c'è pace per noi e la Palestina, o non c'è pace per nessuno"
Dal canto loro gli Houthi promettono di "rispondere all'escalation con l'escalation" dopo gli attacchi di Stati Uniti e Regno Unito. Lo ha detto Nasr al-Din Amer, portavoce dei ribelli yemeniti. "O c'è pace per noi, Palestina e Gaza, o non c'è pace e non c'è sicurezza per voi nella nostra regione".