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Usa, dopo l’aborto il Texas potrebbe ripristinare il reato di sodomia

Il Texas potrebbe reintrodurre il reato di sodomia. Ne ha parlato il procuratore generale dello Stato Ken Paxton mettendo in allarme la comunità LGBTQ+ sui prossimi passi della Corte Suprema dopo l’annullamento della sentenza che legalizzava l’aborto negli Usa.
A cura di Chiara Ammendola
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Contraccezione, matrimonio e rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Gli attacchi ai diritti e alle libertà individuali conquistati dai cittadini negli Stati Uniti negli anni proseguono a vele spiegate. Il Texas, uno degli Stati in cui abortire è illegale già da tempo, sta infatti pensando di riportare in auge la legge che punisce la sodomia.

L'annullamento della sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema, che ha cancellato il diritto costituzionale all'aborto, lasciando ai singoli Stati americani la facoltà di decidere se rendere o meno illegale l’interruzione di gravidanza, ha dato il via alla possibile messa in discussione di diverse e importanti sentenze del passato che riguardano appunto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, la contraccezione e il reato di "sodomia". A parlarne è stato il procuratore generale del Texas, Ken Paxton che, in un'intervista rilasciata al canale statunitense NewsNation, ha detto che non esiterebbe a ripristinare e difendere una vecchia legge sulla sodomia.

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Nello specifico Paxton ha parlato di "buggery", termine con cui il Texas guidato dal conservatore Greg Abbot, ha definito e punito fino al 2003 le relazioni omosessuali considerate "contro natura". È stata proprio una sentenza della Corte di Cassazione a dichiarare illegale la legge nel 2003, ma il procuratore si è detto "disposto e in grado" di difendere questa norma in caso di bisogno, qualora la Corte Suprema decidesse di metterla in discussione. “Il mio lavoro è difendere le leggi dello Stato e continuerò a farlo”, ha aggiunto.

Le autorità texane potrebbero quindi, in caso di via libera della Corte Suprema, richiedere sanzioni penali per le persone le cui pratiche sessuali sarebbero ritenute “innaturali”. Le dichiarazioni di Paxton hanno messo in allarme la comunità LGBTQ+ che teme che nelle prossime settimane il Texas possa iniziare a rivedere tutte le leggi che regolano i diritti delle persone omosessuali. E lo stesso Paxton sarebbe tentato di reintrodurre il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso del 2005, revocato nel 2014.

Il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas
Il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas

Il primo a parlarne è stato uno dei giudici della Corte Suprema, Clarence Thomas, nominato dall'ex presidente Bush, che ha invitato l'alta corte a riconsiderare una serie di casi importanti, che secondo lui meritano di essere rivisti perché considerate “decisioni palesemente errate”. Thomas ha citato in particolare tre sentenze: “Griswold c. Connecticut” del 1965, che sancisce il diritto alla contraccezione, “Lawrence v. Texas” del 2003, che abbatte le leggi che criminalizzano i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso e “Obergefell v. Hodges”, la sentenza del 2015 a tutela del matrimonio universale a livello degli Stati Uniti.

Per Thomas, ora è il momento di iniziare a tornare indietro nel tempo in ciascuna di queste tre aree, consentendo agliStati di limitare l'accesso alla contraccezione, i diritti matrimoniali per le coppie dello stesso sesso e persino i rapporti sessuali tra adulti consenzienti. Parole che si abbattono con violenza sul futuro dei diritti e delle libertà dei cittadini statunitensi, rischiando di diventare un pericoloso casus a cui molti altri Paesi potrebbero fare appello.

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