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Usa: confessa per sbaglio tre omicidi in tv, Robert Durst arrestato

L’uomo incastrato da alcune frasi rubate da un microfono rimasto aperto dopo un’intervista per un documentario sul suo caso.
A cura di Antonio Palma
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Arrestato grazie ad alcune rivelazioni non volute durante una docufiction tv proprio sulla sua vita. È quanto accaduto a Robert Durst, 71enne erede di una dinastia immobiliare di New York, incastrato da alcune frasi rubate da un microfono rimasto aperto ad intervista conclusa. "Che diavolo ho fatto? Li ho uccisi tutti, ovviamente" spiega infatti Durst nel "fuorionda" dopo aver parlato di tre casi di scomparsa di persone in cui è stato coinvolto negli ultimi 30 anni. Il primo riguarda sua moglie Kathie McCormack scomparsa improvvisamente il 31 gennaio 1982. Un atro un’amica di Durst, Susan Berman, che nel 2000 è stata trovata uccisa nel suo appartamento di Beverly Hills dopo aver dichiarato di conoscere i particolari della scomparsa di Kathie. Infine nel 2001 Durst venne poi arrestato in Texas con l’accusa di aver ucciso un vicino di casa di colore, anche se venne giudicato innocente dalla giuria popolare dopo il processo. Il 71enne si era sempre dichiarato innocente, ma a meno di 24 ore prima della messa in onda, ieri sera, dell'episodio finale del documentario ‘The Jinx', Durst è stato arrestato dall'Fbi a New Orleans per l'omicidio di Susan Berman.

L'uomo si proclama innocente

La registrazione risale a tre anni fa ma è stata scoperta casualmente solo l'anno scorso e poi consegnata agli inquirenti. "È stato così spaventoso quando l'abbiamo sentita, è stato inquietante", ha spiegato il regista Andrew Jarecki raccontando come durante il montaggio del documentario abbia ascoltato il borbottio di Durst. La procura di New Orleans ha detto di aver messo le manette a Durst perché "temeva che sarebbe fuggito". L'uomo ora dovrebbe essere estradato in California. L'avvocato di Robert Durst, Chip Lewis, ha rivelato che da settimane il suo assistito si aspettava di essere arrestato ma che la linea difensiva non cambia. "Da anni sostiene la sua innocenza, nulla è cambiato" ha sottolineato il legale, dicendosi convinto che l'arresto sia stato coordinato con la messa in onda del documentario.

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