Usa, assolto altro agente che uccise afroamericano. Caos e proteste a NYC
Il commento di Barack Obama è esemplificativo della situazione che vivono gli Stati Uniti nelle ultime ore: “In questo Paese fino a quando non tutti saranno trattati in maniera uguale davanti alla legge sarà un problema. E il mio compito come presidente è di risolvere questo problema. Il ministro della Giustizia avrà altro da dire sul caso Garner”. Anche il Presidente degli Stati Uniti d’America invoca più giustizia per tutti alla luce dell’ennesima giornata di proteste in molte città degli USA, New York City in primis, a seguito della decisione del Gran Giurì di non incriminare l'agente italoamericano, Daniel Pantaleo, accusato di aver soffocato un uomo di colore, Eric Garner, fermato a Staten Island. Sulla scia dell’ondata di indignazione e violenza scaturita dalla medesima decisione presa da un giudice a Ferguson su una vicenda simile, molte persone sono scese in piazza e ci sono stati anche 20 arresti. Annunciata una marcia su Washington per il 13 dicembre.
Non solo Obama, ma anche il sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio, fa sentire la sua voce su quanto accaduto con la decisione del Gran Giurì: "è qualcosa che molti nella nostra città non volevano. Spero però che coloro che non sono soddisfatti di questa decisione esprimano le loro protesta in modo costruttivo e pacifico". Le sue parole vengono rilanciate nelle tv degli States con lo sfondo delle immagini del poliziotto che cerca di immobilizzare l’afroamericano Garner, assalito dopo una discussione dagli agenti nonostante fosse disarmato e apparentemente innocuo. Si sente l’uomo che ripetutamente ripete: “Non riesco a respirare, non riesco respirare!”. Il decesso avviene immediatamente e una perizia medica determina che la causa è stata la colluttazione con gli agenti. Ed ora NYC è schierata in assetto antisommossa, come sottolinea il New York Post, che scrive di centinaia di agenti schierati a Times Square, a Union Square e a Columbus Circle dove sono arrivati migliaia di manifestanti per protestare.