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Usa, annullata la condanna a morte per l’attentatore della maratona di Boston

Annullata la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista kirghiso-americano di origine cecena condannato per il sanguinoso attentato alla maratona di Boston del 2013. La giuria, composta da tre giudici, ha deciso dopo più di 6 mesi di valutazione del caso. Tuttavia, ciò non significa che il ragazzo lascerà la prigione di Florence, in Colorado, dove si trova.
A cura di Ida Artiaco
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Negli Stati Uniti una corte d'appello federale ha annullato la condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista kirghiso-americano di origine cecena che era stato condannato per il sanguinoso attentato alla maratona di Boston del 2013. La giuria, composta da tre giudici, ha deciso dopo più di 6 mesi di valutazione del caso, affermando che "il giudice che ha supervisionato il caso non ha esaminato sufficientemente i giurati per pregiudizi". Il 15 aprile 2013 l'attacco costò la vita a 3 persone e causò il ferimento di altre 260, tra le quali anche bambini e giovanissimi. Tuttavia, precisa la stampa locale, la decisione non significa che il terrorista uscirà dalla prigione di Florence in Colorado in cui si trova. Finirà lì i suoi giorni, ma al momento è escluso che la sua morte sarà dovuta alla pena capitale.

Dzhokhar agì insieme al fratello maggiore, Tamerlan Tsarnaev, che però rimase ucciso dagli spari della polizia nella caccia all'uomo seguita all'eccidio. I due fecero esplodere delle bombe a pressione artigianali nel corso della famosa manifestazione. Gli ordigni erano due pentole a pressione da sei litri, riempite di esplosivo, chiodi, pezzi di ferro e sferette metalliche e contenute in borse nere da viaggio il cui timer era probabilmente un orologio da cucina.

Il 19 aprile 2013 l'FBI ha individuato i due fratelli sospettati di aver piazzato gli ordigni. L'8 aprile 2015 la giuria popolare dello stato del Massachusetts, dopo oltre 14 ore in camera di consiglio, ha dichiarato colpevole per l'attentato Dzhokhar. L'imputato è stato riconosciuto colpevole di tutti i capi di accusa sollevati contro di lui. Poi, il 15 maggio dello stesso anno è stato condannato alla pena capitale. I legali del ragazzo cercavano da tempo di ribaltare la sentenza, sostenendo che nel distretto di Boston il processo non era stato equo visto che la regione era rimasta traumatizzata dal sanguinoso attentato.

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