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Usa 2016, Bloomberg non si candida: “Se corressi potrei favorire Trump o Cruz”

L’ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha sciolto la riserva escludendo la possibilità di una sua candidatura nella corsa per la Casa Bianca. Ha spiegato che la presenza di un candidato indipendente potrebbe fare il gioco di Donald Trump o di Ted Cruz.
A cura di Susanna Picone
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Ora è ufficiale: l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg non si candiderà per le elezioni presidenziali americane del 2016. Lo ha annunciato lui stesso su Bloomberg View in un articolo intitolato “Il rischio che non prenderò”. La notizia che l’ex sindaco 74enne potesse correre per la Casa Bianca era iniziata a circolare nel mese di gennaio e aveva suscitato le reazioni più disparate: Trump brindò a una eventuale candidatura del concittadino mentre Bernie Sanders la criticò come espressione di oligarchia plutocratica. Bloomberg ha detto di temere che una sua eventuale candidatura da indipendente possa indirettamente favorire l'ascesa del repubblicano Donald Trump o il suo rivale Ted Cruz. Candidati alla Casa Bianca che l’ex sindaco ha duramente attaccato: secondo Bloomberg, Trump ha infatti avviato “la campagna elettorale più divisiva e demagogica che io ricordi, facendo appello ai pregiudizi e alle paure della gente”. L’ex sindaco ha usato parole dure anche per Cruz, le cui dichiarazioni “non sono meno estreme” degli appelli di Trump a costruire un muro al confine con il Messico e impedire l'ingresso nel paese dei musulmani.

Consapevole di non poter vincere – “Ritengo che avrei potuto vincere in un certo numero di Stati”, ha scritto Bloomberg, “ma non abbastanza per ottenere i 270 voti del Collegio elettorale necessari per conquistare la presidenza”. Dicendosi non pronto a esprimersi a favore di nessun candidato, l'ex primo cittadino della Grande Mela promette che “continuerà a premere gli elettori affinché non accettino incitamenti divisivi e a chiedere che i candidati offrano idee realistiche, intelligenti e specifiche per arginare le differenze, risolvere i problemi e darci un governo onesto e capace come ci meritiamo”. “Amo troppo il mio paese per avere un ruolo nell'elezione di un candidato che potrebbe indebolire la nostra unità e oscurare il nostro futuro e quindi non entrerò nella corsa per la presidenza degli Stati Uniti”, ha concluso l’ex sindaco.

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