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USA, 18enni lanciano un sasso sull’auto di una ragazza e la uccidono, poi scattano foto ricordo

Uno dei tre adolescenti arrestati con l’accusa di aver ucciso Alexa Bartell lanciando un sasso contro la sua auto in corsa ha raccontato di aver scattato una “foto ricordo” della vettura subito dopo la tragedia.
A cura di Davide Falcioni
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Uno dei tre adolescenti arrestati con l'accusa di aver ucciso Alexa Bartell lanciando un sasso contro la sua auto in corsa ha raccontato di aver scattato una "foto ricordo" della vettura subito dopo la tragedia.

Bartell è morta lo scorso 19 aprile nella contea di Jefferson, in Colorado, dopo essere stata colpita alla testa da una pietra che era stata scagliata contro la sua auto sfondando il parabrezza. Quello stesso giorno almeno altre sette vetture erano state interessate dal lancio di sassi da parte di tre diciottenni arrestati tre giorni fa con l'accusa di omicidio di primo grado, Joseph Koenig, Nicholas Karol-Chik e Zachary Kwak.

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I tre sarebbero stati incastrati da alcune testimonianze e dalle immagini delle telecamere della zona. Dopo aver scattato una foto all'auto di Alexa Bartell, Koenig e Karol-Chik hanno detto di essere "fratelli di sangue" e si sono reciprocamente promessi che "non avrebbero mai più potuto parlare di questo incidente".

I tre sospetti sono comparsi su Zoom davanti al giudice distrettuale presso il tribunale della contea di Jefferson. Nessuno di loro ha chiesto scusa, ma Karol-Chik avrebbe detto agli investigatori di aver provato "un pizzico di colpa" dopo aver visto l'auto della vittima. Il 18enne inoltre ha aggiunto che, dopo aver colpito l'auto di Bartell, l'amico Zachary Kwak – che si pensa abbia lanciato il sasso che ha ucciso la donna – ha detto: "Dobbiamo tornare indietro e vedere cosa abbiamo fatto". È stato in quel frangente che è stata scattata la foto alla vettura di Bartell. Quando la polizia ha chiesto il perché di quella scelta, Kwak ha risposto che pensava che gli amici volessero quello scatto come ricordo.

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