video suggerito
video suggerito

Unica sopravvissuta all’incidente aereo, per 8 giorni vaga sola nella giungla: la storia di Annette

A oltre trenta anni dall’incidente aereo, Annette Herfkens ha ricordato quei terribili giorni in cui vagò da sola nella giungla vietnamita, unica sopravvissuta del Volo Vietnam Airlines 474 in cui morirono 30 persone compreso il suo fidanzato.
A cura di Antonio Palma
494 CONDIVISIONI
Annette Herfkens quando è tornata nei luoghi del disastro aereo
Annette Herfkens quando è tornata nei luoghi del disastro aereo

Doveva essere un viaggio romantico con la sua dolce metà programmato a lungo ma quel fine settimana d'amore col fidanzato si trasformò in un incubo quando l’aereo su cui viaggiavano si schiantò su una parete rocciosa portando alla morte di tutti i passeggeri tranne lei. È la terribile storia di Annette Herfkens, una giovane donna di 31 anni all’epoca della tragedia, che si ritrovò unica sopravvissuta del Volo Vietnam Airlines 474 precipitato il 14 novembre del 1992 dopo essere partito dall'aeroporto internazionale di Ho Chi Minh City diretto a quello di Nha Trang sulla costa vietnamita.

"È lì che dovevo decidere se combattere sul posto o andare e ho scelto sicuramente di andare” ha raccontato ora la donna al Guardian ripercorrendo gli 8 giorni in cui vagò da sola nella giungla vietnamita, a distanza di oltre trenta anni dalla tragedia. Un dramma che inevitabilmente ha cambiato per sempre la sua vita, portandosi via l’uomo che amava e con il quale aveva un rapporto da ben 13 anni, il fidanzato Willem van der Pas. Ancora oggi la donna fa fatica a ricordare quei momenti esatti, non sa ancora esattamente come sia scappata dall'aereo e come sia sopravvissuta alla giungla prima che i soccorritori la trovassero.

Annette Herfkens e Willem van der Pas
Annette Herfkens e Willem van der Pas

Le sue sono solo istantanee di immagini e di sensazioni come quella prima dello schianto, la paura prima di salire e le rassicurazioni del suo ragazzo. Poi l’aereo, uno Yakovlev Yak-40  con 25 passeggeri e sei membri dell'equipaggio che si schianta e il buio. Il resto lo ha quasi rimosso, compresi gli otto giorni durante i quali, nonostante le molteplici ferite riportate, vagò e sopravvisse solo con l'acqua piovana.

“Probabilmente è auto protezione per dimenticare quel dolore lancinante, sia emotivo nel vedere Pasje morto, sia fisico per uscire da lì" ha dichiarato Annette Herfkens al quotidiano britannico. Quando fu ritrovata aveva decine di ossa rotte, la sua mascella pendeva e un polmone era collassato.

Resti dell'aereo dopo l'incidente del 1992.
Resti dell'aereo dopo l'incidente del 1992.

"Se accetti ciò che non c'è, allora vedi cosa c'è" ha spiegato la donna che ha chiamato questa filosofia il "passo dell'ascensore" nel suo libro di memoria, "Turbulence: A True Story of Survival". Un meccanismo per estraniarsi dalle sofferenze pensando alle cose belle e al momento: “Confidavo che mi avrebbero trovato… non pensavo: ‘E se arriva una tigre?' Ho pensato: ‘Me ne occuperò quando arriverà la tigre.' Non ho pensato: ‘E se muoio?' Ho pensato: ‘Ci penserò quando morirò'”.

Herfkens pensa che probabilmente ha un disturbo da deficit di attenzione e che se fosse una bambina ora "l'avrebbero sicuramente diagnosticato". Anni dopo, leggendo libri sulla sopravvivenza, ha scoperto di aver fatto tutte le cose giuste. Nei mesi successivi all'incidente, Herfkens, che allora aveva 31 anni, si è ripresa velocemente. Tre mesi dopo è tornata nel suo ufficio ma l'eredità dello schianto aereo, i traumi, hanno plasmato i decenni successivi anche se ha proseguito la sua vita, si è sposata e ha avuto dei figli. Ora ovunque vada stringe una bottiglia d'acqua, pensa a un piano di fuga e quando vola cerca di sedersi sempre in prima fila, perché la vista di un altro schienale le ricorda il peso del cadavere che le è atterrato addosso.

494 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views