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Opinioni

Una sentenza che non cancella la vergogna

La Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato all’unanimità l’Italia in merito ai respingimenti in mare di immigrati operati nel maggio del 2009. Una sentenza che inchioda il Governo precedente al muro della vergogna. E che deve spingere ad una doverosa riflessione.
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Migranti-mare

Una sentenza storica, non c'è dubbio. Ma anche l'ennesima triste dimostrazione di quanto ciechi, insensati ed inefficaci siano stati i provvedimenti degli ultimi governi in tema di immigrazione ed integrazione. Per mesi e mesi, dietro il velo della nostra sicurezza (da cosa?) e del contrasto all'immigrazione clandestina (come se le due cose fossero direttamente proporzionali) si è celata una politica barbara ed incivile che, come testimoniato proprio dalla sentenza della Corte di Strasburgo, violava esplicitamente la Convenzione dei diritti umani. Ed ora è finanche troppo facile ed inutile dire "lo avevamo detto". Anzi, suonerebbe quasi come una sorta di assoluzione anche per le coscienze di chi si è "di colpo sentito più sicuro", di chi ha tremato di fronte all'invasione "ora che c'è la crisi anche da noi", di chi sotto sotto ha sempre pensato che respingere i barconi carichi di migranti "fosse un nostro diritto".

E invece quella dei respingimenti indiscriminati è una pratica barbara e disumana, che viola i diritti fondamentali degli individui. E invece l'idea che le nostre coste debbano essere difese manu militari dall'assalto di migliaia di disperati come se si trattasse di un esercito nemico è semplicemente vergognosa. E invece la politica dei respingimenti è "insensata e contraddittoria" e per di più lascia irrisolti i nodi cruciali del problema stesso. Senza contare che questa, fuori da ogni retorica, è l'ennesima testimonianza diretta del fatto che nulla può giustificare accordi con dittatori sanguinari, né gli interessi privati, né un concetto parziale di sicurezza interna e nemmeno egoistiche aspirazioni di benessere e crescita economica. La Corte Europea ha così messo il sigillo sull'ennesima pagina vergognosa della nostra storia recente, con motivazioni che devono essere motivo di riflessione e spingere anche ad un deciso cambio di paradigma nel modo di relazionarsi al fenomeno dell'immigrazione. Perché i migranti, come chiunque altro, meritano rispetto e considerazione anche quando sono lontani dal nostro sguardo. E perché la loro vita deve interessarci. Sempre e comunque.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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