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“USA, Cina e Russia pensano di poter vincere una guerra nucleare”. L’allarme dell’ICAN, Nobel per la Pace

Susi Snyder (ICAN): “Dopo decenni di diminuzione la consistenza degli arsenali nucleari sta aumentando ovunque e si sta facendo largo questo discorso: ‘Dobbiamo essere pronti a combattere per vincere una guerra nucleare'”.
Intervista a Susi Snyder
Coordinatrice delle campagne ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017
A cura di Davide Falcioni
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Novantuno miliardi di dollari, in un solo anno. O, se preferite, 3mila dollari al secondo. È quanto hanno speso nel 2023 Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti per i loro arsenali nucleari. Un'immensità di denaro pubblico sottratto a scopi ben più urgenti, a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici, passando per il potenziamento dei sistemi sanitari piegati dalla pandemia di Covid e impreparati ad affrontare le future emergenze.

Invece no. I nove Paesi sopra citati hanno finanziato nel 2023 l'ammodernamento di armi il cui eventuale impiego, anche in misura minima, avrebbe il potenziale di distruggere ogni forma di vita sul pianeta. Per questa ragione questa settimana l'International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) – Premio Nobel per la Pace nel 2017 – sta sensibilizzando l'opinione pubblica mondiale sulla necessità di sbarazzarsi, quanto prima, delle armi nucleari. Il titolo di questa iniziativa globale – che si svolge fino al 22 settembre e che in Italia è promossa dalla Rete Pace Disarmo – è chiaro: "No money for nuclear weapons!". Fanpage.it ha interpellato Susi Snyder, coordinatrice delle campagne dell'ICAN, che ha svelato una verità ormai sotto gli occhi di tutti: la deterrenza nucleare non aumenta la sicurezza, ma aumenta le possibilità di uno scontro apocalittico tra le principali potenze mondiali. Vediamo perché.

Susi Snyder, foto Flickr ICAN
Susi Snyder, foto Flickr ICAN

Nel 2023 nove Paesi del mondo (Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) hanno speso 91,4 miliardi di dollari per i loro armamenti nucleari, lequivalente di quasi 3mila dollari al secondo. Secondo molti il possesso di questo arsenale e il suo mantenimento garantisce un equilibrio di forze e la deterrenza tra le grandi potenze mondiali, evitando scontri diretti. Siete daccordo? 

La cosiddetta "deterrenza nucleare" non è qualcosa di reale, ma è pura teoria, un'ipotesi mai provata in termini concreti. Perché la deterrenza nucleare "funzioni" è fondamentale che ciascun attore in gioco capisca perfettamente cosa pensa l'avversario, come reagirà a ogni singola mossa. Quindi, perché funzioni, in ogni momento devo sapere cosa farà il mio nemico: se aumenterò la mia spesa per le armi nucleari, aumenterà anche la sua spesa? Incolperanno me per l’aumento? E io incolperò loro per l’aumento conseguente? Questo è ciò che stiamo vedendo accadere proprio ora. Ogni Paese dotato di armi nucleari sta modernizzando i propri arsenali e sta sviluppando nuove armi nucleari per sostituire quelle vecchie, perché dobbiamo anche ricordare che si tratta di armi progettate quando i miei nonni avevano la mia età… Sono bombe vecchie, stupide e grandi (quindi poco funzionali anche dal punto di vista militare). Questa non è una sicurezza intelligente. Spendere 3mila dollari al secondo per bombe vecchie, stupide, basate su un'ipotesi non verificata ci sembra davvero una follia. Quindi è importante parlare della quantità di denaro che si sta sprecando, ragionandoci bene. Se l’ipotesi della deterrenza nucleare dovesse fallire, cosa potrebbe succedere?

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USA, Russia e Cina stanno rafforzando i loro arsenali nucleari. Lo fanno per prevenire una guerra, oppure per vincerla quando e se ci sarà?

Dopo decenni di diminuzione la consistenza degli arsenali nucleari sta aumentando ovunque e si sta facendo largo questo discorso: "Dobbiamo essere pronti a combattere per vincere una guerra nucleare". Per questo diversi strateghi e pianificatori militari affermano che occorre prepararsi a sopraffare un esercito con una risposta nucleare. E ciò significa combattere una guerra nucleare per provare vincerne una. Quello di cui non si parla in questi circoli ristretti, ma di cui parlano i parlamentari, la società civile, gli accademici e i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU è che non c'è modo di vincere una guerra nucleare. E non bisogna mai combatterne una. Questa idea si sta rafforzando e lo vedremo anche nel prossimo “Summit per il futuro” che si terrà all'ONU la settimana prossima.

Quindi a livello politico c'è consapevolezza che una vittoria nucleare è impossibile…

Sì, ma c'è una forza trainante da parte di aziende che vogliono guadagnare coi contratti per le armi nucleari. E così dicono: "Beh, prepariamoci a vincerne una, non si sa mai". Insomma, non c'è modo di vincere una guerra nucleare, ma le multinazionali nucleari cercheranno di vendervi una storia diversa.

Nel febbraio 2023 Vladimir Putin ha annunciato la sospensione da parte di Mosca della partecipazione al trattato New START, mettendo così a repentaglio lultimo accordo di controllo degli armamenti nucleari ancora in vigore tra Russia e USA. Laccordo scadrà nel febbraio 2026. Vedete ad oggi le condizioni per un suo rinnovo? 

Penso che New START debba restare sul tavolo dei negoziati. New START è importante perché un trattato è emotivamente neutrale. Si tratta quindi di scambiare informazioni tecniche. Si tratta di mantenere i rapporti tra il personale tecnico e di far sì che entrambi i Paesi dicano: "Questi sono i dati che abbiamo, potete venire a vedere". Purtroppo, l'aspetto tecnico non si sta ancora traducendo in quello politico. Tuttavia, ho visto sforzi da parte degli Stati Uniti, della Russia e della Cina per sedersi insieme per redigere un nuovo trattato più ampio. Ma tutti vogliono partire da un presupposto diverso, e questa è la sfida principale. Quello che possiamo suggerire è che dovrebbero comunque sedersi e iniziare a parlare, discutere per capire qual è il compromesso accettabile. Ogni negoziato è un compromesso: tutti vincono, tutti perdono e il risultato finale è una successo per tutti.

La Cina è stata chiara: non intende ridurre il proprio numero di armi nucleari finché non lo faranno gli Stati Uniti e la Russia, che ne hanno una quantità 20 volte maggiore. Ma anche se un nuovo trattato trilaterale appare impossibile al momento, pensiamo che sia fondamentale almeno una continuazione bilaterale. USA e Russia possono scegliere di estendere ulteriormente l'accordo esistente. Un buon risultato sarebbe almeno mantenere una semplice restrizione sulle capacità esistenti. E questo è più sicuro per tutti, perché riduce le minacce e quindi il rischio.

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Credete che lalleanza militare tra Cina e Russia, unita all'apparente intenzione di Pechino di diventare la terza superpotenza nucleare, abbia il potenziale per accelerare la corsa agli armamenti nucleari e incoraggiare l'ascesa di altri Paesi a dotarsi di sempre più armi di questo tipo? Vedete questo rischio?

Ribadisco: sono convinta che sarebbe necessario intavolare una discussione trilaterale. Questo perché al momento ciascuna delle principali potenze nucleari sta usando l'altra come scusa. Gli Stati Uniti dicono "dobbiamo farlo a causa della Cina e della Russia". La Russia dice "dobbiamo farlo a causa degli Stati Uniti e della Cina". E la Cina ovviamente dice "dobbiamo farlo a causa della Russia e degli Stati Uniti". Per quanto riguarda l'alleanza militare Cina-Russia, penso subito al fatto che anche gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia fanno parte di un'alleanza militare dotata di armi nucleari: è una situazione che non è sicura per nessuno. Questo mi preoccupa. Se la Cina e la Russia si accorderanno su una cooperazione militare che prevede il dispiegamento di più armi nucleari in altri Paesi, proprio come gli Stati Uniti stanno dispiegando testate nucleari in Europa, potrebbero facilmente giustificare la cosa puntando il dito e dicendo: “Siamo autorizzati a farlo perché anche voi lo fate". Penso che i Paesi possano partecipare ad alleanze militari senza coinvolgere armi nucleari, non è obbligatorio. È sicuramente un ingrediente che deve essere tolto dal piatto.

Secondo alcuni osservatori occidentali le minacce della Russia di impiegare armi nucleari tattiche in Ucraina servirebbero solo a terrorizzare le opinioni pubbliche europee. Siete daccordo? O temete, invece, che la Russia potrebbe davvero utilizzare armi nucleari in Ucraina?

L'uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina sarebbe un fallimento dell'ipotesi di deterrenza nucleare. E non sappiamo che cosa potrebbe comportare. Quale motivo potrebbe portare questo bullo (Putin) a superare la linea rossa nucleare? Perché bisogna comprendere e ribadire che le armi nucleari sono tipicamente e chiaramente un'arma da bulli. Si tratta del tipo di arma usata per intimidire, per incutere terrore. E quando un bullo si sente davvero minacciato, va a picchiare il bambino più piccolo del parco giochi… solo per poter sembrare di nuovo grande e spaventoso. È questo che mi preoccupa. Non credo che possiamo essere compiacenti nei confronti di qualsiasi minaccia di usare armi nucleari: hanno un impatto così catastrofico che dobbiamo sempre condannare ogni minaccia. E se vediamo un bullo che minaccia di picchiare qualcuno, dobbiamo intervenire e fermarlo… se vediamo un'opportunità per un negoziato pacifico, dobbiamo sfruttarla! E poi dobbiamo assicurarci che non possa accadere di nuovo: questo significa togliere le armi nucleari dal tavolo delle possibilità per il futuro.

Ora che si avvicina la fine del suo mandato, come giudicate le politiche di Biden rispetto alla gestione dellarsenale nucleare americano, e in generale rispetto alla sicurezza globale?

L'amministrazione Biden non ha fatto progressi nel ridurre la sua dipendenza dalle armi nucleari, e questo è uno degli impegni che ogni amministrazione statunitense è tenuta a cercare di attuare in base al Trattato di non proliferazione nucleare. Biden non l'ha fatto. Anzi, ha portato avanti un programma per la costruzione di nuove armi atomiche. Per esempio, un nuovo sistema di missili balistici intercontinentali, il “Sentinel”. Da un punto di vista militare, gli Stati Uniti spendono molto per il loro arsenale e le loro forze convenzionali e hanno un'enorme presenza militare in tutto il mondo. Non hanno bisogno di armi nucleari. Le politiche di Biden non sono state adeguate: hanno permesso l'inizio di una nuova corsa agli armamenti nucleari e si spera che la prossima amministrazione faccia meglio, qualunque essa sia.

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Parliamo di Israele. È ancora tollerabile, anche alla luce del massacro in corso a Gaza, che la comunità internazionale consenta a quel Paese di essere un possessore "non ufficiale" di bombe atomiche?

Le armi nucleari israeliane sono un segreto pubblico, proprio come le armi nucleari in Italia sono un "segreto di dominio pubblico". Tutti lo sanno. Lo sanno abbastanza da avere paura, ma non abbastanza da avere un controllo democratico. Israele mantiene segreti i dettagli del suo arsenale nucleare, ma negli ultimi mesi abbiamo visto politici israeliani parlare delle loro armi nucleari e minacciare di usarle. Quindi questo segreto viene svelato da Israele stesso, il che impone al resto del mondo di chiedere maggiori risposte e responsabilità, proprio come si fa con India, Pakistan, Corea del Nord o all'Iran, definiti "Paesi canaglia". Se Israele avrà armi nucleari anche gli israeliani ne pagheranno le conseguenze: è semplicemente impossibile che non sia così. Anche in questo caso c'è grande ipocrisia: tutti gli Stati nucleari forniscono una trasparenza appena sufficiente per chiedere agli altri di essere trasparenti, ma non permettono un controllo democratico. E mi rivolgo alla NATO: come può essere un'alleanza di democrazie se non permette un controllo democratico su una cosa fondamentale come le armi nucleari?

Fin dall'inizio degli anni '70 è stato fatto il tentativo di creare una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, area in cui il loro impiego in passato aveva avuto effetti catastrofici. Quello che è accaduto dovrebbe suggerire ai governi della regione (soprattutto a Israele) che non possiamo aspettare un'altra tragedia. Tutti i Paesi del Medio Oriente, e di tutto il mondo, dovrebbero aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW perché abbiamo bisogno di un'azione per prevenire la catastrofe e non per provare a gestirne le conseguenze. Dobbiamo attenerci al diritto internazionale e a tutte le disposizioni a tutela dei diritti umani, senza usare due pesi e due misure. Tutti sono uguali davanti alla legge. Se si impiegano armi nucleari, si viene spediti alla Corte dell'Aia. È un crimine di guerra. Ci sarà un processo, si verrà estradati da qualsiasi Paese si cerchi di raggiungere. Poiché l'impatto delle armi nucleari è catastrofico, chi ne ordina l'uso, e chi minaccia di farlo, dovrebbe essere trattato in questo modo.

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