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Terremoto in Turchia e Siria

Una mamma e il suo neonato sono stati salvati due volte dalle macerie dopo il terremoto in Siria

Una mamma e il suo neonato sono stati salvati due volte in pochi giorni dalle macerie dopo il crollo della loro casa a Jinderis, in Siria.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una donna e il suo bambino sono stati salvati due volte in pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito Turchia e Siria.Dima era incinta di 7 mesi quando il sisma ha colpito la sua casa a Jinderis, in Siria. Dopo il crollo di una parte della casa, la donna è stata soccorsa e condotta in ospedale dove ha dato alla luce il piccolo Adnan con il supporto dei medici della Syrian American Medical Society. Dopo il parto, Dima è tornata a casa e la struttura è crollata completamente qualche giorno dopo.

A quel punto, i soccorritori hanno estratto il bimbo dalle macerie in condizioni critiche ed è stato trasportato all'ospedale al-Shifa di Afrin. Dima invece ha ricevuto cure per una grave lesione alle gambe.

Secondo quanto riporta la BBC, il medico Abdulkarim Hussein al-Ibrahim ha fatto sapere che il piccolo stava rispondendo bene alle cure e che stava ricevendo dai medici solo il nutrimento necessario a curare la sua grave disidratazione.

Dima è stata invece dimessa dall'ospedale ed è tornata a vivere in una tenda per gli sfollati insieme al marito e ai loro nove nipoti. Ogni giorno si reca ad Afrin per visitare il suo bimbo in ospedale. La sua famiglia era stata costretta a tornare nella casa parzialmente distrutta perché non aveva un altro posto dove andare. Jinderis è una delle città più colpite della zona nord-ovest della Siria. Dopo il sisma non hanno ricevuto nessun altro aiuto.

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Prima del disastro, circa 4,1 milioni di persone facevano affidamento sull'assistenza umanitaria per la sopravvivenza nella regione. Gli attacchi contro gli ospedali, attribuiti per la maggior parte al governo e alla Russia sua alleata, hanno messo in seria crisi il funzionamento del sistema sanitario. Nel 2021 i bombardamenti hanno distrutto an che parte dell'ospedale al-Shifa, uccidendo lo staff e i pazienti.

Dopo lunedì solo 58 camion con aiuti umanitari delle Nazioni Unite sono arrivati dalla Turchia attraverso Bab al-Hawa. Si tratta dell'unico valico di frontiera che le Nazioni Unite sono autorizzate ad utilizzare per fornire assistenza umanitaria. Nella serata di lunedì, però, il governo siriano aveva annunciato di voler aprire altri due valichi di frontiera. 

Di fatto, le consegne sono state ritardate da strade danneggiate e altri problemi logistici che hanno coinvolto la Turchia, provata dal terremoto. L'impossibilità di far arrivare gli aiuti necessari ha causato una grave mancanza di farmaci, forniture mediche e coperte utili ai feriti estratti dalle macerie. Almeno 55 strutture sanitarie sono state danneggiate dal sisma e 31 restano parzialmente funzionanti secondo l'Onu.

Il presidente della Syrian American Medical Society (Sams), il dottor Basel Termanini, ha puntato il dito contro l'Occidente definendolo colpevole di mancata assistenza alla Siria in questi anni e di una cattiva pianificazione degli aiuti necessari per le vittime del terremoto. Sams sta lavorando con i White Helmets e il Syrian Forum per aiutare i cittadini e "colmare le lacune" per fornire alloggi, cibo e cure. "I bisogni dei sopravvissuti sono enormi e la comunità internazionale deve agire per evitare un'ulteriore grave crisi umanitaria" ha sottolineato Termanini.

Secondo le stime, circa 280.000 persone in tutto il nord-ovest della Siria hanno bisogno immediato di un riparo o di beni non alimentari.

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