Una donna e i suoi tre figli estratti vivi a 28 ore dal terremoto: sepolti da un edificio di 6 piani
È una delle tante storie positive che giungono da Turchia e Siria dove i morti a causa del terremoto continuano ad aumentare. Ma quello di Nizip, nella provincia turca di Gaziantep, è un salvataggio che ha portato i soccorritori a estrarre vivi dalla macerie una donna e i suoi tre figli, rimasti sepolti per ben 28 ore dopo il crollo del palazzo in cui vivevano.
Secondo quanto riportato dall'Agenzia turca Anadolu, i quattro sono stati trovati durante i sopralluoghi che i vigili del fuoco stanno facendo insieme a numerosi volontari nelle zone maggiormente colpite dal terremoto di ieri. Interi edifici sono crollati e continuano a crollare col passare delle ore, con un numero sempre maggiore di dispersi. Per questo le operazioni di scavo e ricerca non si sono mai fermate.
Più passa il tempo e più diminuiscono le possibilità di trovare dei superstiti, ma dopo le devastanti scosse di terremoto che hanno colpito dieci province con epicentro a Kahramanmaras, i soccorritori continuano a scavare per cercare sopravvissuti. Ed è proprio a Nizip che le squadre di soccorso, seguendo alcune voci provenire proprio da sotto le macerie, sono riuscite a salvare un'intera famiglia.
Si tratta di una donna e dei suoi tre figli trovati a 28 ore dal terremoto. Erano sotto le macerie di un edificio di sei piani, crollato sotto la spinta del devastante sisma. Tutti e quattro sono stati portati in ospedale dalle ambulanze, ma altre persone sono rimaste intorno all'edificio distrutto aspettando notizie dai loro parenti, rimasti sotto le macerie.
Intanto migliaia di volontari continuano ad arrivare in Turchia per aiutare nelle ricerche di superstiti. Alle 6 del mattino erano 13mila i soccorritori, che avevano lasciato Istanbul nelle ultime 12 ore per raggiungere le zone terremotate. Lo riferisce l'agenzia di stampa Sabah, che cita il governatore di Istanbul. Molti di loro erano diretti ad Hatay, dove mancherebbero le squadre necessarie ad estrarre le persone intrappolate sotto le macerie.