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“Una carneficina”: i racconti dopo la presunta intossicazione alimentare in un’università neozelandese

Da domenica notte due residence dell’università di Canterbury sono presi d’assalto da code sterminate di studenti che hanno mal di stomaco. I sintomi di vomito e diarrea diventati una costante. Sono in corso le indagini ma le testimonianze indicano che la causa scatenante sia del pollo servito in mensa.
A cura di Giovanni Turi
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Un'immagine dell'università neozelandese di Canterbury, dove si è aperto un caso per una presunta intossicazione alimentare con oltre 100 studenti e studentesse colpiti
Un'immagine dell'università neozelandese di Canterbury, dove si è aperto un caso per una presunta intossicazione alimentare con oltre 100 studenti e studentesse colpiti

Una sospetta intossicazione alimentare all'università neozelandese di Canterbury ha colpito oltre 100 studenti e studentesse. Per i quali i sintomi di vomito e diarrea sono stati una prassi negli ultimi giorni. Al punto che molti hanno passato intere giornate in bagno oppure non sono riusciti a presiedere alla sessione di esami.

Le testimonianze fioccano intorno all'associazione Studenti dell'Università di Canterbury. Le cause, comunque, sono ancora da accertare. Ma tutto fa presagire che la causa scatenante sia un pasto servito in mensa domenica 3 novembre. Il principale indiziato è un souvlaki di pollo, come hanno testimoniato gli studenti sollecitati dai media locali.

In questo modo, le due residenze universitarie, University Hall e Ilam Accomodation, entrambe sotto UniLodge, sono diventate teatro di code infinite per i bagni pubblici e perfino vomitate dalla finestra, riprese anche dai social. Gli studenti, perlopiù in forma anonima, raccontano di levatacce improvvise nel cuore della notte con terribili mal di stomaco.

A The Press, una studentessa riporta di aver utilizzato il bagno "più di una dozzina di volte" solo nella giornata di lunedì e di essersela fatta addosso in biblioteca, visto che i bagni erano stracolmi di coetanei nelle stesse condizioni. Un copione che si è ripetuto anche in altri casi.

In piena sessione (iniziata il 29 ottobre), inoltre, c'è chi riferisce di aver mollato l'esame in svolgimento a metà, vista la necessità di andare regolarmente il bagno. "Continuavo a entrare e uscire dall'aula – dice uno studente a Stuff -, per questo ho deciso di ritirarmi. È stata una carneficina".

L'università ha confermato lo stato di salute degli studenti colpiti e ha deciso di considerare l'idea di far ripetere gli esami in una sessione dedicata che si potrebbe tenere nelle prossime settimane. Per dare un supporto concreto alla popolazione studentesca colpita, invece, sta garantendo la distribuzione di elettroliti, bottiglie d'acqua e pasti confezionati da UniLodge.

Le indagini sulle cause proseguono. Martedì 5 novembre il servizio sanitario pubblico nazionale ha rilevato dei campioni dalla mensa per verificare la potenziale presenza di batteri sul cibo. Il vice direttore generale della Sicurezza alimentare in Nuova Zelanda, Vincent Arbuckle, ha espresso solidarietà ai giovani: "I sintomi delle malattie trasmesse dagli alimenti sono molto spiacevoli. Ci dispiace per gli studenti colpiti, in particolare per coloro che hanno dovuto interrompere i loro studi".

Un contributo per sciogliere i nodi di questo caso arriva anche da UniLodge. La società ha affermato di star lavorando a stretto contatto con il servizio sanitario, l'università e l'associazione Studenti dell'Università di Canterbury per far chiarezza su quanto accaduto.

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