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Guerra in Ucraina

“Un sibilo e ho visto Bogdan a terra morto”, il drammatico racconto di Zunino, ferito in Ucraina

la drammatica testimonianza di Corrado Zunino il giornalista italiano ferito ieri in Ucraina mentre cercava di fare un servizio nei pressi del ponte di Kherson insieme al suo aiutante Bogdan Bitik, che purtroppo è ceduto davanti ai suoi occhi.
A cura di Antonio Palma
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Corrado Zunino (fonte repubblica.it)
Corrado Zunino (fonte repubblica.it)
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"Ho sentito bruciare la spalla, ho sentito solo un fischio, lo stesso proiettile che ha sfiorato la mia spalla ha colpito Bogdan, si trovava a solo un metro da me. Bogdan è caduto al suolo, senza un lamento. Mi sono girato e non si muoveva. In quel momento io sono caduto e mi sono procurato tre piccole ferite. Lì abbiamo sentito un altro sparo. Nel mio giubbotto, i medici hanno poi trovato conficcato un terzo colpo, all'altezza della pancia", è la drammatica testimonianza di Corrado Zunino il giornalista italiano ferito ieri in Ucraina mentre cercava di fare un servizio nei pressi del ponte di Kherson insieme al suo aiutante Bogdan Bitik, che purtroppo è ceduto davanti ai suoi occhi.

I due erano a piedi quando sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco. Aveva fermato l'auto prima del ponte e si erano avvicinati a piedi al check point ucraino che li aveva respinti e invitati a tornare indietro. Così stavano facendo quando sono stati colpiti dai proiettili. Il sospetto è che siano stati dei cecchini e non un drone come erroneamente si era pensato in un primo momento.

"Non capisco come sia stato possibile. Non c'era un'atmosfera di guerra, non vi erano scambi di colpi e su quel ponte c'era silenzio. Io ho un giubbotto blu con scritto molto in grande press e i due militari ucraini che ci hanno detto di andare via avevano capito che eravamo giornalisti. Ma i russi sparano su qualunque cosa, hanno sparato su dottori e ora sparano sulla stampa. Ho perso il conto di giornalisti e fotografi scomparsi o morti. ha dichiarato l'inviato di Repubblica.

"Abbiamo organizzato il viaggio con le attenzioni e le prudenze sempre usate. Eravamo in un zona stabilmente in mano agli ucraini.  Non ci siamo mai esposti a rischi gratuiti" ha ricordato Zunino, poi curato in un spedale militare nel sud del'Ucraina prima del rientro in Italia che avverrà nelle prossime ore. Davanti ai suoi occhi rimane l'immagine dell'amico Bogdan, rimasto per sempre in Ucraina, senza vita su quel ponte maledetto.

"Lavoravamo insieme da mesi. In tutte e cinque le mie missioni in Ucraina ho avuto lui al mio fianco Era Bogdan che guidava l'auto quando eravamo in giro e parlava ai soldati" ha ricordato Zunino, concludendo: "È morto davanti ai miei occhi. Una sofferenza atroce. Bogdan era un grande amico e un giornalista di valore".

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