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Un occhio chiuso: la potente campagna per Karim, il bimbo più martoriato del mondo

Karim, un bimbo siriano di appena due mesi, porterà per sempre le cicatrici della guerra. A seguito di ben due bombardamenti è prima rimasto orfano e poi ha perso l’occhio sinistro. La sua foto è diventata il simbolo del dolore e della sofferenza di migliaia di bambini, vittime innocenti del conflitto che da oltre sei anni sta martoriando la Siria.
A cura di Mirko Bellis
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Migliaia di persone in tutto il mondo si coprono l'occhio sinistro per esprimere solidarietà con Karim
Migliaia di persone in tutto il mondo si coprono l'occhio sinistro per esprimere solidarietà con Karim

Karim ha poco più di due mesi ma porterà per sempre con sé le cicatrici della guerra. Aveva solo pochi giorni di vita quando, a fine ottobre, un attacco aereo ha colpito un mercato a Hammuria, la sua città natale nella Ghouta orientale, a pochi chilometri da Damasco. Quel giorno, sua madre stava comprando della frutta assieme al piccolo ed è morta nel bombardamento. Karim, invece, è rimasto ferito. Dieci giorni dopo, un altro raid ha centrato la sua casa e una scheggia ha provocato al bimbo gravi lesioni al cranio e la perdita dell’occhio sinistro. La foto di Karim, con i segni di una profonda ferita alla testa, portato in braccio dal fratellino di 11 anni è stata scattata ai primi di dicembre da Amer Almohibanyl, un fotografo free-lance. "Sono rimasto molto toccato da questa triste storia e non riuscivo a togliermela dalla testa”, ha dichiarato il fotografo. “Quando sono tornato a casa mi sono messo di fronte allo specchio e ho coperto un occhio con la mano per cercare di capire cosa provasse Karim”.

Karim in braccio al fratello (Amer almohibany)
Karim in braccio al fratello (Amer almohibany)

Due settimane dopo, il fotografo ha lanciato sui social network una campagna di sensibilizzazione per esprimere solidarietà al bimbo e richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla tragica situazione in cui vivono i civili nella Ghouta orientale, stretta d’assedio e sotto bombardamenti continui. In poco tempo l’hashtag #SolidarityWithKarim ha fatto il giro del mondo e migliaia di persone hanno pubblicato una loro foto con l’occhio sinistro coperto.

Bambini siriani, semplici cittadini e persino Matthew Rycroft, il rappresentante del Regno Unito all’Onu hanno voluto unirsi alla campagna di solidarietà con il piccolo Karim. Il diplomatico si è fatto fotografare tappandosi l’occhio con la mano, imitando il gesto diffuso sui social media. “Quando ci sediamo al Consiglio di sicurezza – ha scritto in un tweet l’ambasciatore – avvisiamo che l’assenza di intervento porterà la morte di ancora più persone. Altre scuole bombardate. Altri bambini sfregiati. Questo è ciò che vogliamo far capire. I bombardamenti e l'assedio della Ghouta orientale devono finire”.

I medici che hanno prestato i primi soccorsi a Karim hanno dichiarato che il piccolo ha sofferto la perdita di ossa craniche e gravi lacerazioni ai tessuti che hanno colpito il bulbo oculare. Senza un’assistenza specialistica – avvertono i dottori – il bimbo rischia di rimanere deturpato per sempre. Cure mediche che in questo momento non sono disponibili a causa dell’isolamento dell’intera zona, dal 2012 sotto assedio dell'esercito fedele ad Assad.  “Karim è uno dei centinaia di casi nella Ghouta orientale: se i bombardamenti contro i civili non si fermeranno – ha affermato Moayed al-Halafi, dei Caschi bianchi – ci saranno cento o mille Karim”.  “I medici di Ghouta – ha detto Nuor Qussai Nour, un giornalista locale che ha visitato il bimbo lunedì – si stanno prendendo cura di Karim, ma ha bisogno di specialisti in neurologia, oftalmologia e chirurgia estetica”.

Secondo l'Unicef, 137 bambini della Ghouta orientale devono essere evacuati immediatamente. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha dichiarato che cinque bimbi sono morti a causa della mancanza di cure mediche. Un bambino su otto è malnutrito e, come conseguenza dell’assedio, gli aiuti umanitari arrivano nella zona con il contagocce.

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