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Un bambino di 5 anni e suo padre senza arti: la foto simbolo della guerra dimenticata in Siria

Un bimbo siriano nato senza braccia né gambe sorride a un uomo, suo padre, mutilato dalla guerra: la fotografia, che ha fatto il giro del mondo, è stata scattata dal fotografo turco Mehmet Aslan e ha vinto il Siena international photo awards (Sipa) 2021.
A cura di Davide Falcioni
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Un bimbo siriano nato senza braccia né gambe sorride a un uomo, suo padre, mutilato dalla guerra: la fotografia, che ha fatto il giro del mondo, è stata scattata dal fotografo turco Mehmet Aslan e ha vinto il Siena international photo awards (Sipa) 2021 catturando l'attenzione di migliaia di persone. "Quella foto è arrivata al mondo", ha confermato anche la mamma di Mustafa, il bambino protagonista dello scatto, immortalato sorridente con il padre, mutilato di una gamba, in quella che è destinata a rimanere una delle immagini simbolo della guerra in Siria, un conflitto civile che perdura da ormai da dieci anni e che ha causato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. Una guerra, però, da troppo tempo scomparsa dai giornali. "Abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio figlio con i trattamenti, faremmo di tutto per dargli una vita migliore", ha spiegato al Washington Post la signora Zeinab. Anche la malformazione di suo figlio è causata dalla guerra: è infatti una delle conseguenze dell’assunzione di farmaci da parte della madre, colpita da gas nervino.

L'immagine di Aslan è stata scattata nel distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay situata al confine con la Siria. La foto è stata selezionata dalla giuria fra decine di migliaia di immagini inviate da fotografi di 163 Paesi. "È doloroso dover ancora una volta commentare una foto su una tragedia che non è finita: la guerra in Siria. Quello scatto sta facendo il giro del mondo, ma speriamo di non trovarci di fronte all'ennesima prova di indignazione a intermittenza. Come quella drammatica di Aylan, speriamo che questa foto svegli le coscienze dei leader mondiali", ha commentato Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "Il dramma nel dramma sono i bambini con gravi disabilità, che rappresentano la parte più debole nei conflitti".

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