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Un arresto per l’incendio di Nizza. Morti nel rogo 7 membri di una famiglia, 3 erano bambini

La persona fermata non sarebbe uno dei tre sospetti incappucciati filmati ieri sul luogo della tragedia dalle telecamere della videosorveglianza.
A cura di Davide Falcioni
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Una persona è stata posta in stato di fermo in Francia nell'ambito dell'inchiesta sull'incendio doloso che ieri ha causato la morte di sette membri di una famiglia, tra cui tre bambini e un adolescente, in un condominio di Nizza: è quanto riferisce il procuratore responsabile delle indagini, Damien Martinelli, confermando informazioni di BFMTV. Martinelli si è tuttavia rifiutato di fornire ulteriori dettagli sull'identità della persona fermata, evocando "la necessità che la segretezza dell'inchiesta, garanzia di efficacia, in particolare, in questa fase delle indagini, venga rispettata". Secondo BFMTV, la persona fermata non sarebbe tuttavia uno dei tre sospetti incappucciati filmati ieri sul luogo della tragedia dalle telecamere della videosorveglianza.

La tragedia si è consumata nella notte tra mercoledì e giovedì, quando un incendio ha devastato un appartamento al 7° ed ultimo piano di un edificio nel popolare quartiere Moulins di Nizza, provocando la morte di sette persone della stessa famiglia: tre bambini di 5, 7 e 10 anni, un adolescente di 17 anni, due donne di 22 e 46 anni e un uomo di 45 anni che si è gettato dalla finestra nel disperato tentativo di sfuggire alle fiamme. Un altro giovane di 23 anni, anche lui saltato dalla finestra, è stato ricoverato in ospedale ed è ricoverato in gravissime condizioni. Sono sopravvissuti due ragazzi di 17 e 19 anni, così come tutti gli inquilini degli appartamenti vicini che sono stati evacuati dai vigili del fuoco.

Stando ai primi accertamenti i roghi che hanno causato la strage sarebbero stati appiccati al 1° , 2° e 3° piano, e le immagini della videosorveglianza mostrerebbero "tre giovani dal volto scoperto, vestiti con maglietta e pantaloncini" , che entrano nell'edificio sfondando la porta d'ingresso per poi uscire e fuggire. Ieri, il pubblico ministero ha chiesto "particolare cautela riguardo al movente" del crimine, ma ha anche confermato che esaminerà la possibilità che "i fatti siano accaduti nel contesto di una contesa per il traffico di droga" , ma "senza collegamento con le vittime e le loro famiglie".

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