Ucraina, Zelensky: “Situazione a Bakhmut sempre più complicata”. Tensione Usa-Cina su armi a Mosca
Secondo gli ultimi aggiornamenti della guerra in Ucraina, prosegue l'offensiva russa nella città di Bakhmut, dove a livello militare la "situazione è complicata", come ha riferito nelle scorse ore il presidente Volodymyr Zelensky.
"Attorno a Bakhmut la situazione si fa sempre più difficile. Il nemico distrugge costantemente tutto ciò che può essere utilizzato per proteggere le nostre posizioni, per ottenere un punto d’appoggio e garantire la difesa", ha affermato il leader di Kiev. Il che ha trovato conferma in un comunicato rilasciato dallo stato maggiore dell’Ucraina, secondo cui "il numero dei militari nemici sta aumentando e almeno sei insediamenti vicini a Donetsk sono stati bombardati dai russi".
Anche il comandante delle forze di terra ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, ha avvertito via Telegram che "nonostante le perdite significative, il nemico ha lanciato le unità d'assalto più preparate del Gruppo Wagner, che stanno cercando di sfondare le difese delle nostre truppe e di circondare la città".
Peskov: "Putin aperto a contatti, ma Francia e Germania non sono neutrali"
Intanto, da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista al quotidiano russo Izvestia ha fatto sapere che "il presidente russo Vladimir Putin era e rimane aperto a qualsiasi contatto che possa aiutare la Russia a raggiungere i proprio obiettivi, preferibilmente con mezzi pacifici".
Peskov ha però ha osservato che il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno ripetutamente affermato che avrebbero cercato di avere contatti con il presidente russo ma, sostiene, "non ci sono state richieste". Francia e Germania partecipano indirettamente alle ostilità a fianco dell'Ucraina e questo mette in discussione il loro possibile ruolo di mediazione nei negoziati. "Una cosa è che tu rimanga neutrale nei confronti delle parti in conflitto, un'altra che tu prenda indirettamente parte alle ostilità e dichiari la tua intenzione di aumentare il tuo coinvolgimento stando dalla parte di uno dei partecipanti, in questo caso l'Ucraina. Come puoi allora contare sul ruolo potenziale di intermediario?", ha precisato.
Non è mancato il riferimento agli Usa. Secondo Peskov, infatti, la Russia non tornerà ad attuare il trattato New Start sulle armi nucleari fin quando gli Stati Uniti non avranno preso in seria considerazione le posizioni di Mosca.
Usa a Cina: "Conseguenze se consegnerà armi a Mosca"
A salire è anche la tensione tra Stati Uniti e Cina. Il portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale, John Kirby, in un'intervista a Cnn, rispondendo a una domanda sulla possibile reazione americana nel caso in cui Pechino fornisse armi alla Russia per la guerra in Ucraina, ha detto che "non è nell'interesse di Pechino" fornire armi a Mosca, anche perché "lo abbiamo detto chiaramente che ci sarebbero delle conseguenze".
Tuttavia, il capo dei servizi segreti ucraini, Kyrylo Budanov, al momento non vede "nessun segno" che lo induca a credere che la Cina consegnerà armi alla Russia. Lo ha detto in un'intervista trasmessa ieri dalla radio Voice of America. "Non condivido questa opinione", ha detto Budanov riferendosi alle accuse degli Stati Uniti – fermamente smentite da Pechino – secondo cui la Cina sta valutando la possibilità di fornire armi alla Russia per aiutarla nel suo offensiva contro l'Ucraina.